San Martino in Rio, 29 giugno 2008 Caro Direttore, il “Trattato di Lisbona che modifica il trattato sull'Unione europea e il trattato che istituisce la Comunità europea” si compone di 287 pagine. Da questo Trattato si genera la “Versione consolidata del trattato sull'Unione europea e del trattato sul funzionamento dell'Unione europea”, composta da 479 pagine. All’articolo 6 si legge che “L'Unione riconosce i diritti, le libertà e i principi sanciti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea del 7 dicembre 2000, adattata il 12 dicembre 2007 a Strasburgo, che ha lo stesso valore giuridico dei trattati.”. La “Carta dei diritti” si compone a sua volta di 21 pagine. L’articolo 9 della Carta si compone di una sola riga “Il diritto di sposarsi e il diritto di costituire una famiglia sono garantiti secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l'esercizio”. Questa riga è una violazione della legge naturale universale. Basta quella riga a vanificare in toto le 787 pagine sulle quali dovrebbe poggiarsi l’Europa. C’è un abisso infatti tra questo articolo 9 e l’articolo 29 della nostra Costituzione: “la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. “La Repubblica riconosce”: la nostra è una Repubblica che osserva la realtà per riconoscere ciò che già esiste. “La Repubblica riconosce i diritti”: ci sono dei diritti che non vengono assegnati ma che preesistono alla Repubblica. “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia”: la famiglia è una sola e ha dei diritti. “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale”: esiste una natura propria dell’uomo e della famiglia. “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”: il matrimonio è la realtà naturale che fonda la famiglia e che genera i relativi diritti. Manca solo la specificazione che il matrimonio è l’unione di un uomo e di una donna, ma questa è una specificazione etimologica, non giuridica. L’articolo 29, italiano, sta molto in alto; l’articolo 9, europeo, sta culturalmente molto in basso. L’Europa, invece di riconoscere la natura del matrimonio e della famiglia, accetta qualunque cosa decidano gli Stati in proposito; ritiene lo sposarsi e il costituire una famiglia come due cose separate; garantisce un inesistente “diritto di costituire una famiglia” invece di riconoscere i diritti che scaturiscono dal matrimonio tra un uomo e una donna. A questo punto mi chiedo perché mai tutti diano per scontato che il nostro parlamento debba approvare questa porcheria. Perché mai l’impeccabile articolo 29 della nostra Costituzione dovrebbe “sottomettersi” all’orrido articolo 9 della Carta dei diritti? (Per non parlare dell’articolo 21 sulla non discriminazione basata sulle “tendenze sessuali”: a causa di questo articolo, il “gender” e l’adozione di bambini da parte di gay e lesbiche diventano elementi fondanti dell’Europa). Se ci fosse la possibilità di agire tramite referendum, come in Irlanda, gli italiani avrebbero la possibilità di essere informati sulle brutture che ci prepara il Trattato di Lisbona, e certamente lo boccerebbero. Invece tutto è affidato al parlamento e temo che in quella sede non ci sarà dibattito. Però ci sarà almeno qualche parlamentare che voterà contro il Trattato. Ci segneremo i nomi di questi deputati e senatori, e a loro andrà il nostro sostegno e la nostra gratitudine: la gratitudine di chi conosce l’esistenza della legge naturale universale, luogo d’incontro per gli uomini di buona volontà.
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