San Martino in Rio, 19 – 24 luglio 2006 in questo momento la questione del partito unico nel centro destra è un po’ meno all’ordine del giorno, ma periodicamente ritornerà fuori, per cui mi è sembrato utile scrivere queste due note. Lo schemino “Sarebbe bene che anche in Italia, come nelle democrazie più avanzate, si formassero due partiti, uno conservatore e l’altro progressista. Due partiti che dovranno emarginare le ali estreme, per consentire un’alternanza più serena tra le forze politiche, eliminando così la politica urlata e conflittuale”. Quante volte ho sentito questo discorsetto? Pur con piccole varianti, l’ho sentito decine di volte. Apparentemente è un ragionevole discorso politico, in realtà è uno slogan che contiene un veleno tremendo. Per chi? Per noi cattolici, tanto per cambiare. Democrazie avanzate e rappresentanza cattolica Mi guardo in giro per vedere quali sarebbero queste democrazie avanzate che hanno l’alternanza tra un partito progressista e un partito conservatore. Se non mi sfugge qualcosa, vedo all’opera questa alternanza cosiddetta “perfetta” solo in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Gran Bretagna e Stati Uniti sono due democrazie particolari: la prima è nata nell’ostilità / persecuzione esplicita nei confronti dei cattolici, la seconda si è formata nell’assenza di un popolo cattolico. Adesso in Gran Bretagna la persecuzione non c’è più e negli Stati Uniti c’è un popolo cattolico nato principalmente dall’immigrazione ispanica. Ciò nonostante una rappresentanza esplicitamente cattolica fatica a emergere (o non emergerà mai) perché da troppo tempo tutti sono abituati a non votare o a votare nella “tranquilla alternanza”. Una (quasi) certezza Negli Stati in cui c’è la “tranquilla alternanza” constatiamo che la rappresentanza cattolica fa fatica a emergere. Possiamo essere ragionevolmente certi che vale anche il discorso inverso: se realizzeremo in Italia la “tranquilla alternanza”, in breve la rappresentanza cattolica scomparirà. Il maggioritario venne creato con lo scopo di provocare la fine della DC e l’insignificanza dei cattolici in politica. Lo scopo è stato ottenuto ed effettivamente i politici cattolici sono spesso poco visibili a livello legislativo. C’è stato però un effetto collaterale forse non previsto: se i politici cattolici sono spesso non incisivi, viceversa gli elettori cattolici non solo rimangono importanti, ma sono addirittura determinanti per il successo di entrambe le coalizioni. In pratica le coalizioni sono costrette a corteggiare l’elettorato cattolico se vogliono vincere. Credo proprio che la creazione dei due partiti, progressista e conservatore (o moderato che dir si voglia) abbia lo scopo di far diventare insignificanti gli elettori cattolici. Come si presenterebbero i due partiti Progressisti e conservatori, dovendo riunire al loro interno anime molto diverse, non potrebbero far altro che appiattirsi: trascurerebbero sempre più le grandi idee (che, volenti o no, portano un salutare dibattito e una salutare divisione), e si abbasserebbero sull’unico piano che può consentire un programma comune, ossia l’economia. Poiché però l’economia viene guidata da altri (l’influenza del governo italiano sull’economia non supera il 15%, per il resto la guidano le banche, l’UE, gli USA, le grandi imprese, ecc.) di fatto i due partiti diventerebbero semplicemente i “lacchè” dei poteri forti. (1) Un elettore cattolico si troverebbe di fronte due partiti con programmi diversi, ma le cui differenze sarebbero “cattolicamente insignificanti”: nessuno corteggerà più l’elettore cattolico, perché nei programmi non ci sarà più nessun tema di suo interesse specifico. A sinistra avverrà subito? L’impressione è che il partito progressista si formerà abbastanza presto: i cattolici di centro sinistra sono già “allenati”, hanno già fatto il loro percorso di progressiva dissoluzione (sono l’anti – lievito, che si confonde nella pasta invece di fermentarla). Ricordo ancora i passaggi: - PPI al centro. - Popolari per Prodi, con Rifondazione mai! - Popolari per Prodi, con Rifondazione in desistenza. - Popolari senza Prodi, ma con D’Alema e coi Comunisti Italiani. - Popolari nella Margherita. - Margherita con Rifondazione Comunista. - Margherita con Rifondazione Comunista, Rosa nel Pugno, lobby gay, comunisti libertari, e tutto quel che volete, pur di vincere. Di fronte a questo percorso, digerito passo dopo passo senza nessuna reazione, ritengo che sia una conclusione inevitabile la fusione almeno tra DS e Margherita. Non saranno certo i cattolici di centro sinistra a fare resistenza. Dubbio Ho comunque un dubbio di fondo: il partito unico di centro sinistra verrà fatto “prima” o “dopo”? Intendo “prima” o “dopo” la realizzazione del progetto radicale sulla società, illustrato con chiarezza in un volantino elettorale della Rosa nel Pugno: PACS, “matrimonio” omosessuale, divorzio breve, aborto chimico con la RU486, facilitazione di accesso ai contraccettivi, facilitazione di accesso alla pillola del giorno dopo, uso dell’uomo – embrione per la ricerca, abolizione del sostegno alle scuole libere, legalizzazione dell’eutanasia, legalizzazione della prostituzione, abolizione della legge 40, legalizzazione di droghe. E’ necessario creare il partito unico di centro sinistra per riuscire a realizzare questo progetto? O viceversa occorre prima realizzare il progetto e poi “addormentare” la società con l’alternanza dei due partiti unici? Questo non lo so. So solo che quel progetto è nella mente di Bonino + Pollastrini + Mussi + Ferrero + Melandri + Turco e chissà quanti altri. Sono intelligenti, ben presenti in tutti i nodi vitali della società e ben coperti finanziariamente. Vedremo. E nel centro destra? Qui la situazione è diversa, per tre motivi: - c’è l’UDC, ossia un partito di ispirazione cattolica, elemento mancante nel centro sinistra (2); - tutti (3) coloro che affermano l’esistenza di una legge naturale universale a cui gli Stati devono adeguarsi, militano di fatto nel centro destra; - il centro destra ha potuto constatare che la formula “a tre punte” (coalizione fra tre identità diverse) ha portato al quasi ribaltamento di una situazione elettorale fortemente compromessa. Il percorso verso un’unica “casa dei moderati” mi sembra, per fortuna, molto più ricco di ostacoli. La Chiesa giudica la politica Chesterton: “[…] Ora, questa è una questione secondaria e prettamente politica, ma servì per rendermi consapevole, svelandomi uno degli aspetti principali del mondo moderno. Si tratta di questo: non esistono fascisti, socialisti, liberali, sostenitori del regime parlamentare. Vi è una sola istituzione al mondo, suprema ispiratrice e che dà fastidio; e vi sono i suoi nemici. I quali nemici possono essere violenti o pacifici, per la libertà o contro la libertà, per la rappresentanza o contro la rappresentanza, e, persino, per la pace o contro la pace. Questo mi donò una conferma totalmente nuova, applicabile anche alle sfere pratica e politica, che ho scelto bene. […]” Dal brano di Chesterton estraggo il punto chiave: “Vi è una sola istituzione al mondo, suprema ispiratrice e che dà fastidio; e vi sono i suoi nemici.”. Guareschi diceva la stessa cosa: “[…] Noi non apparteniamo a nessun ismo. Abbiamo un’idea, sì, ma non finisce in ismo. La cosa è molto semplice: per noi esistono al mondo due idee in lotta, l’idea cristiana e l’idea anti-cristiana. Noi siamo per l’idea cristiana e siamo perciò con tutti coloro che la perseguono e soltanto fino a quando la perseguono.[…]” Noi cattolici dobbiamo avere chiaro che la Chiesa precede e giudica la politica, e che, per fare una buona scelta politica, occorre innanzitutto individuare i nemici della Chiesa e opporsi a loro. Questo non equivale affatto a desiderare uno stato confessionale o uno stato teocratico: la Chiesa non chiede che la politica si occupi di peccati e difenda la morale, ma chiede invece esplicitamente che la politica difenda la legge naturale universale, valida per gli uomini di ogni tempo luogo e circostanza. “Cercare il bene comune nel rispetto assoluto della legge naturale”: è questo il mandato sintetico che la Chiesa consegna alla politica. Come cattolico accolgo quel mandato e, in base a esso, mi oppongo fermamente al partito unico di centro destra. Perché sono contrario al partito unico di centro destra 1) Lascio ad altri il “mito” dell’alternanza come cosa buona: io voglio al governo le forze che meglio difendono la legge naturale. Se la legge naturale sarà più garantita dal centro destra, sempre desidererò la vittoria del centro destra e mai desidererò un’alternanza. 2) Attualmente non ho dubbi che la legge naturale sia meglio difesa dal centro destra, come ho già scritto ampiamente nella “dichiarazione di voto”. 3) Per questo motivo non mi importa nulla di ciò che accade nel centro sinistra: il loro progetto radicale sulla società è pessimo; che lo realizzino col partito unico o con la coalizione di 10 partiti mi è indifferente. 4) Non mi è affatto indifferente invece ciò che può accadere nel centro destra. 5) Se la legge naturale è il fondamento indispensabile del bene comune (come insegna la Chiesa, a beneficio di tutti gli uomini), bisogna che la legge naturale sia perennemente un punto all’ordine del giorno. Non importa se può concretamente essere difesa o ripristinata, l’importante è che sia sempre annunciata. 6) E’ noto che nel centro destra sono presenti settori liberisti, radicali, gay e neopagani: li credo minoritari, e comunque controllabili dagli “anticorpi” sani presenti nel centro destra, ma ci sono. 7) Un partito unico che metta d’accordo cattolici, non cattolici ma sostenitori della legge naturale, liberisti, radicali, gay e neopagani, dovrebbe, come prima cosa, dimenticare la legge naturale: il solo annunciarla provocherebbe l’immediata rottura del partito unico. 8) Un partito unico che non avesse la legge naturale nel suo DNA per quale motivo dovrebbe essere votato da un cattolico? Il cattolico troverebbe indifferente (4) il voto al centro destra o al centro sinistra. 9) Il cattolico non avrebbe nemmeno più la spinta per fare campagna elettorale. E’ impossibile scaldare il cuore di una persona indecisa parlandogli di temi economici. La persona semplice non fa una scelta elettorale seguendo i meandri dell’economia, ma sceglie chi le propone la “normalità della società” (che equivale di fatto alla legge naturale). 10) Il cattolico ha un’identità di Chiesa che precede l’identità politica: ha bisogno di trovare un’identità politica che sia più consona possibile all’appartenenza alla Chiesa. Questa identità può essere ragionevolmente trovata nell’UDC, ma non può essere trovata in un informe partito unico di centro destra. 11) Se crediamo nella validità delle procedure democratiche (rappresentanza parlamentare creata col metodo “una testa, un voto”), l’alta percentuale di votanti è una cosa importante e da promuovere. Dobbiamo constatare che il maggioritario all’inglese aveva fatto calare i votanti, mentre questo ritorno al proporzionale li ha fatti aumentare. La cosa è perfettamente logica: alle persone piace “contare”, vedere che il loro voto serve per far vincere qualcuno con cui sono in sintonia; il maggioritario all’inglese (anche se smorzato al 25% dalla quota proporzionale) faceva vincere un candidato di coalizione e non il “mio” candidato. Le identità chiare e separate, pur riunite in coalizione, fanno crescere i votanti. I candidati di coalizione fanno calare i votanti. 12) Alle elezioni politiche il vero candidato è la lista. Certo, il voto di preferenza sarà un passo avanti rispetto al proporzionale che abbiamo visto nel 2006, ma alla gente interessa soprattutto che la propria lista abbia successo. 13) Noi abbiamo visto la dissoluzione del PPI nel centro sinistra (l’emblema è G. B. che costantemente espone in bacheca il giornale anticattolico “Europa”): perché mai dovremmo desiderare che l’UDC faccia la stessa fine? 14) Inoltre teniamo in mente una cosa: quando c’è un ampio consenso di centro destra (come nel 1994 e nel 2001) non ci sono problemi per nessuno. Ma quando la vittoria va cercata all’ultimo voto, solo l’UDC è in grado di raccogliere i voti dei cattolici fuoriusciti dal centro sinistra o che non votavano più. Riesci a pensare a un cattolico della Margherita che si convince a votare Forza Italia, o Lega, o AN? E’ impossibile. Io ne ho convinti alcuni a passare all’UDC, e ho convinto qualcuno che voleva astenersi a votare UDC. Ma se non ci fosse stata l’UDC, o se ci fosse stato un partito unico di centro destra, non sarei mai riuscito a convincerli, perché mi avrebbero subito risposto (giustamente) che c’è una componente radicale e gay anche nel centro destra. 15) E’ vitale per il centro destra che ci sia una forza che risulti “pulita” sul piano della legge naturale: l’UDC per ora lo è, e io spero che perseveri così. Questa forza non è solo importante, è determinante. Paradossalmente è più determinante dei voti di Forza Italia o di AN, anche se questi partiti raccolgono percentuali più alte: perché Forza Italia e AN raccolgono voti che sono “per natura” di centro destra, mentre l’UDC può catturare (5) anche voti cattolici dal centro sinistra. Non ho dubbi su questo, visto che uno di questi voti era il mio. 1) Non dimentichiamo la frase di Furio Colombo su L’Unità, parlando di Napolitano: […] E’ seguito l’invito al “Council on Foreign Relations”, al “Foreign Policy Association”, tutti luoghi in cui sostano ex diplomatici e futuri segretari di Stato della politica democratica e repubblicana, liberal e conservatrice, con David Rockefeller sempre presente e ascoltatore attento […]. I capi dei due partiti si formano nei medesimi luoghi, e sempre sotto gli occhi di quelli che contano. Del resto gli sfidanti Bush e Kerry erano entrambi membri della setta “Skull & Bones” (notizia pubblicata su La Stampa, non da Blondet). E non dimentichiamo il progressista Blair che, sulla guerra in Iraq, agisce come il conservatore Bush. 2) L’UDEUR è un partito “ad personam”, non sto nemmeno a considerarlo. 3) Forse non tutti, forse qualcuno c’è anche nel centro sinistra. Di certo nessuno nel centro sinistra ha alzato la voce forte e chiara in difesa della legge naturale universale. Anche il duo Bobba – Binetti ha parlato di “valori” e non di “legge naturale” (se mi è sfuggita qualche loro affermazione, faccio ammenda fin da ora). 4) Certamente il cattolico continuerebbe a fare le sue scelte, per simpatia e antipatia, per qualche valutazione sull’economia, o quant’altro. Ma non potrebbe mai dire al cattolico che vota dall’altra parte “Sei in errore”, perché sulle scelte economiche non ci può essere un errore contro l’ortodossia cattolica. (A meno che le scelte economiche non siano esse stesse violazioni della legge naturale, come si realizza nel comunismo: quello vero, non il comunismo libertario attuale, che è radicalismo ammantato di finto pacifismo e finta solidarietà). 5) Quando parlo di “catturare voti”, parlo di voti conquistati sul piano delle idee e del ragionamento. Pacchetti di voti si possono spostare per convenienza economica o per altri motivi, ma esulano dal mio discorso e dal mio concetto di campagna elettorale.
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