San Martino in Rio, 4 aprile 2008 Caro Direttore, quando si tratta di opinioni e di ragionamenti, condivido che si debba evitare il gorgo delle contro – repliche. Ma se un lettore dice delle cose non vere su di me, il discorso cambia. Elenco le cose non vere scritte dai lettori Alfredo Spaggiari e Gianni Furlani. Alfredo Spaggiari sostiene che nella mia lettera apparsa su ‘La Libertà’ del 29 marzo era espressa un’indicazione di voto a favore del PdL. Falso. La mia lettera non esprimeva nessuna indicazione per il PdL, ma semplicemente contestava il programma del PD sul versante etico. Spaggiari (come il suo “avversario” Gabbi) è sotto la cappa plumbea del cosiddetto “voto utile” e pensa automaticamente che contestare il PD voglia dire votare PdL. La cosa mi offende particolarmente, perché sto portando avanti con grande fatica un sito che si chiama www.carairma.it nel quale analizzo coalizioni e situazioni varie, rinviando invece fino all’ultimo la mia “dichiarazione di voto”. Gianni Furlani sostiene che sul volantino del PD c’era la parola “conviventi”, e io non l’avevo vista: in realtà è lui che non ha capito di quale depliant parlavo: ne avevo dato il titolo per esteso “Non cambiate un governo. Cambiate l’Italia”, precisandone anche il numero di parole (circa duemila). Il depliant che ha in mano il signor Furlani è invece quello che viene distribuito adesso in tutte le case: “Un’Italia moderna. Si può fare” (esiste anche la versione reggiana: “Un’Italia nuova. Da Reggio, si può fare”); in questo volantino la sintesi del programma occupa circa 300 parole. Interessante comunque la segnalazione di Furlani, perché ribadisce l’oscuramento dei temi etici anche nel volantino in suo possesso: 1) il volantino parla dei diritti dei conviventi, senza precisare la frase “indipendentemente dal loro orientamento sessuale”, frase che invece compare sul programma; 2) il volantino non parla del testamento biologico; infatti la frase “prevenire l’accanimento terapeutico” non è sinonimo di “testamento biologico”, tanto è vero che il programma del PD, letto per esteso, scrive “prevenire l'accanimento terapeutico anche attraverso il testamento biologico”; 3) il volantino non parla di omofobia, mentre ne parla il programma; 4) in coda, in caratteri minuscoli, c’è il riferimento al sito Internet: lascio a lei immaginare quante persone andranno a vedere sul sito, e soprattutto quanti sanno cosa devono andare a cercare all’interno del programma. Ma il punto peggiore è l’ultimo. Gianni Furlani scrive così: “Il signor Lazzaretti cosa intende dire quando dice ‘diritti regalati anche alle coppie gay, come anteprima del cosiddetto matrimonio omosessuale’ ?” Cosa intendo dire? Esattamente ciò che ho scritto: che lo Stato non può regalare diritti alle coppie gay. Prosegue la lettera: “Le riteniamo quindi persone malate da curare con lo psicologo o peggio con l’elettroshock o peggio ancora li mettiamo nei lager come facevano i comunisti staliniani o i nazisti di Hitler? Oppure con iniezioni di ormoni, come disse la signora Pivetti?”. Malati, elettroshock, lager, ormoni? Di che sta parlando? Quella frase non ha niente a che vedere né col mio pensiero, né con la mia lettera. Il signor Furlani fa confusione tra diritti naturali della persona omosessuale (diritti naturali di ogni persona umana) e gli inesistenti diritti naturali delle coppie omosessuali. “Bisogna chiarirsi su questi punti”, afferma nell’ultima parte della lettera: sono d’accordo, è tempo di chiarirsi in questa campagna elettorale in cui i temi etici sono tutti occultati. Ed è tempo anche di leggere con attenzione le lettere altrui, prima di lasciarsi andare ad affermazioni e accuse prive di ogni fondamento. Cordiali saluti Giovanni Lazzaretti APPENDICE SUI PACS/DICO/CUS Non facciamo confusione tra diritti dei singoli conviventi (diritti naturali validi per ogni uomo) e diritti della coppia convivente (diritti inaccettabili senza i doveri; diritti inaccettabili e basta se la coppia è omosessuale). Le motivazioni non riguardano la fede, ma la sola ragione. Primo caso: uomo e donna che NON VOGLIONO sposarsi. - L’introduzione dei PACS/DICO/CUS concederebbe i diritti matrimoniali a persone che hanno scelto di non assumersi i doveri del matrimonio. Concedere diritti a persone che rifiutano i corrispondenti doveri è una situazione inaccettabile in qualunque società che si dica civile. - Tutti i diritti che si vogliono includere nei PACS/DICO/CUS sono già da ora attivabili dalle coppie tramite il diritto volontario (testamento per la trasmissione del patrimonio, locazione della casa in comune, ecc.). Secondo caso: uomo e donna che NON POSSONO sposarsi per impedimenti. - Per queste persone i PACS/DICO/CUS sono inutili: gli impedimenti oggettivi (esempi: partner in attesa di divorzio, minore età di uno dei partner, ecc.) impediscono sia il matrimonio sia il PACS. Terzo caso: uomo e donna che VORREBBERO sposarsi, ma NON POSSONO per difficoltà varie. - Normalmente si tratta di difficoltà economiche. In questo modo lo Stato, invece di venire incontro ai bisogni sociali di queste coppie secondo il dettato della Costituzione, offrirebbe loro solo un “piccolo matrimonio” che nulla risolve dal punto di vista economico, ma che semplicemente trascina all’infinito la precarietà del rapporto. Quarto caso: coppia omosessuale. - Per queste coppie il PACS/DICO/CUS costituirebbe un “riconoscimento simbolico” del loro rapporto. Ma il diritto non esiste per fornire riconoscimenti simbolici, bensì per dare risposte pubbliche ad esigenze sociali. - Il PACS/DICO/CUS diventerebbe l’anticamera del “matrimonio omosessuale”, a sua volta anticamera dell’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali: pratica aberrante, perché i bambini hanno il diritto naturale di avere un padre maschio e una madre femmina. (La sequenza PACS - “matrimonio” omosessuale - adozione agli omosessuali è già prassi aberrante in molti Stati). Occorre poi ricordare che i PACS/DICO/CUS solo in apparenza codificano “situazioni di fatto”; una volta approvati, diventerebbero semplicemente una forma alternativa al matrimonio proposta alle nuove generazioni, le quali percepirebbero la convivenza e il matrimonio come due libere alternative entrambe tutelate dalle leggi dello Stato. La valenza diseducativa sarebbe devastante: già siamo in piena “emergenza educativa”, ci mancano solo i PACS/DICO/CUS a peggiorare la situazione.
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