15 febbraio 2008 Caro Direttore, come ogni volta, da quando è finita la DC, attendo che si definiscano alleanze e liste per poter decidere il mio voto alle elezioni politiche. C’è però un’idea erronea che vorrei evidenziare fin da ora. Molti si chiedono: perché l’UDC non vuole confluire nel Partito delle Libertà, visto che condividono tutti i valori di riferimento? Vediamo alcuni avvenimenti del passato: - 15 aprile 1996: Berlusconi inserisce i radicali nella coalizione di centro destra (Lista Pannella – Sgarbi); alle elezioni successive CCD-CDU chiedono a Berlusconi di non ripetere l’errore; - fine 2001: il governo (ministro del bilancio Tremonti) annuncia un taglio ai fondi per le scuole paritarie; l’idea rientra per l’opposizione CCD-CDU; - fine 2002: si ripete il tentativo, nuovamente fermato dal CCD-CDU; - maggio 2004: Forza Italia candida l’ideologia gay alle elezioni europee (Cecchi Paone) - legislatura 2001-2006: il Ministero delle Pari Opportunità (ministro Prestigiacomo) lavora con consulenti vicini ad Arcigay – Arcilesbica – Agedo; - giugno 2005: Fini, che prima era per l’astensione, va a votare alcuni SI al referendum sulla legge 40; - maggio 2006: Rotondi (nuova DC) non vuole la linea dura sui PACS e si dichiara disponibile a rivedere i diritti civili sulle convivenze; - 11 maggio 2006: Taradash si esprime pro matrimonio omosessuale; - dicembre 2006: Berlusconi annuncia "libertà di coscienza" per i suoi parlamentari sui PACS/DICO; viene rimbeccato il 2 febbraio 2007 da Marcello Pera. Aggiungo che Forza Italia ha al suo interno una componente radicale; c’è inoltre l’associazione GayLib che diffonde l’ideologia gay e il cui presidente Oliari milita in AN. Non do giudizi di merito sui fatti che ho elencato: ci sono cose gravi, altre meno gravi. Tutte però indicano che UDC e PdL non sono uguali: possono apparentarsi solo chiarendo le differenze, mantenendo le diverse identità, e indicando quali sono i paletti irrinunciabili. Un esempio: se il centro destra dovesse vincere le elezioni, è paletto irrinunciabile che il Ministero dei Diritti e delle Pari Opportunità torni ad essere il Ministero delle Pari Opportunità tra maschi e femmine, e non tiri in ballo l’inesistente parità di “genere”. In queste elezioni non vorrei sentir parlare di “valori”. Anche Bertinotti, che ha già annunciato il sostegno al matrimonio gay, ossia l’ennesima picconata alla legge naturale universale, ci propinerà una lista di valori. Vorrei, per una volta, che i politici si rimettessero a studiare cos’è la legge naturale universale e si dessero da fare per ripristinarla. Ridateci la normalità della società, e i valori emergeranno da soli. Un caro saluto Giovanni Lazzaretti
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