Le fonti prime del diritto Il caso della signora Eluana Englaro, di anni 38, disabile, ci sta riportando alle fonti prime del diritto Autodeterminazione C’è chi pensa che il diritto si fondi su Tre caposaldi: i cosiddetti “diritti civili”; l’autodeterminazione dell’individuo; la volontà della maggioranza. In questa ottica: l’individuo manifesta i suoi desideri; si rivolge alla politica perché i desideri diventino diritti; preme e fa propaganda per formare una maggioranza parlamentare; il parlamento legifera, creando così un nuovo “diritto civile”; questo “diritto civile” non è obbligatorio per nessuno: chi vuole ne usufruisce, chi non vuole non ne usufruisce. Nel caso Englaro: l’accanimento terapeutico viene definito da ogni individuo in modo personale; l’individuo può rifiutare ogni cura e terapia; il medico non può opporsi e diventa l’esecutore della volontà del paziente; di fronte alla volontà dell’individuo scompaiono i reati di “omicidio del consenziente” e di “suicidio assistito”; il tutore può essere tutore anche della morte; se le procedure hanno stabilito la morte dell’individuo, l’individuo deve morire e la politica non può intervenire. | Legge naturale universale C’è chi pensa invece che il diritto si fondi su Un unico caposaldo: In questa ottica: gli uomini contemplano la realtà; riconoscono che la legge naturale universale esiste ed è valida per gli uomini di ogni tempo, luogo e circostanza; dalla legge naturale universale traggono i pochi principi basilari, che prevalgono e danno luce alla legislazione degli Stati; questi principi sono sottratti ad ogni logica di “autodeterminazione”. Nel caso Englaro: la vita dell’innocente è un bene indisponibile, indisponibile anche a se stessi; l’accanimento terapeutico non viene definito dal singolo, ma è semplicemente “la terapia che un buon medico NON farebbe”; il medico non è quindi un esecutore, ma deve essere un medico buono (cioè eticamente formato) e un buon medico (cioè professionalmente formato); la persona può in scienza e coscienza rifiutare una terapia, il medico può in scienza e coscienza cessare una terapia, ma non può esserci un rapporto paziente = cliente / medico = esecutore; alimentazione, idratazione, e molte altre pratiche non sono terapie, ma “cura della persona”, cura che la società civile garantisce a tutti; se le procedure hanno stabilito la morte di un innocente, le procedure sono sicuramente erronee. |
Cosa scegliere? Noi non abbiamo dubbi, scegliamo la legge naturale universale. Non perché siamo filosofi, ma perché non dimentichiamo la storia. Fu l’oblio della legge naturale universale a creare i totalitarismi. Fu la riscoperta della legge naturale universale a consentire il processo di Norimberga. Fu il riconoscimento della legge naturale universale a creare la nostra Costituzione. La nostra società è ormai devastata dal virus della “autodeterminazione”, imposto all’Italia dall’ideologia radicale. L’autodeterminazione è un po’ come il libero mercato selvaggio dell’economia e della finanza che ha fatto bella mostra di sé in questi mesi. L’autodeterminazione è il “libero mercato selvaggio dell’etica”. Come nel libero mercato selvaggio si apre sempre più la forbice tra ricchi e poveri, così anche nel mercato selvaggio dell’etica sono e saranno sempre i poveri a pagare il prezzo più alto. La società delle famiglie sfasciate, dei bimbi abortiti, della contraccezione fino a 40 anni e della fecondazione artificiale dopo i 40 anni, dei giovani drogati e alcolizzati, dell’educazione ingestibile, del sesso libero e della perversione, ci ha stancati. Almeno l’orrore dell’eutanasia vorremmo risparmiarcelo: l’Italia chiede di meglio. L’autodeterminazione non fa parte della Costituzione e non fa parte della legge naturale universale. La parola chiave della nostra Costituzione è “solidarietà”; la parola chiave dell’ideologia radicale è “autodeterminazione”.
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