San Martino in Rio, 7 agosto 2008 Caro Direttore, ho seguito la sua discussione con Pierluigi Castagnetti, che meriterebbe di essere approfondita in molti punti. Mi soffermo in particolare sulla questione del laicismo. Tirare in ballo la parola “laicismo” è già un passo avanti, ma non è un passo decisivo se si continua a parlare delle due categorie di “cattolici e laicisti” o di “credenti e laicisti”. Al mondo ci sono i cattolici, i cristiani non cattolici, i credenti di altre religioni, gli agnostici, gli atei. Tutti costoro, nel momento in cui vogliono occuparsi del bene comune o dell’organizzazione dello Stato, sono laici. Tutti costoro: sanno che non c’è bisogno di una fede per organizzare bene uno Stato e per gestire la serena convivenza tra gli uomini; sanno che esiste un luogo di incontro per tutti gli uomini di buona volontà, e questo luogo si chiama “legge naturale universale”; sanno che la legge naturale universale è il sillabario comune col quale gli uomini possono comprendersi; sanno che il confronto si svolge con uno strumento disponibile a tutti gli uomini, la ragione. Questo è il quadro ideale, nel quale si inseriscono due elementi di turbativa. Da una parte ci sono persone che tentano di introdurre elementi della loro fede religiosa anche nelle questioni laiche: li chiameremo genericamente “fondamentalisti”. Dall’altra parte ci sono persone che negano l’esistenza della legge naturale universale e ritengono che lo Stato possa legiferare tutto ciò che la maggioranza decide: li chiameremo genericamente “laicisti”. Fondamentalisti, laici, laicisti: queste sono le tre (non due!) categorie che si affacciano nei dibattiti politici. E’, ovviamente, una semplificazione; ma almeno chiarisce un po’ le idee rispetto alla erronea divisione “laici – cattolici”. Nel caso di Eluana Englaro, non essendoci in ballo questioni di fede religiosa, partecipano al confronto solo laici e laicisti. Il laico sa che esiste un principio fondamentale: “La persona che non riesce a nutrirsi e idratarsi da sola ha il diritto naturale di essere nutrita e idratata da altri membri della società umana”; questo principio sta al di sopra delle legislazioni degli Stati, è percepibile da tutti con la sola ragione e non ha niente a che vedere con una qualche fede religiosa. Il laicista tenta invece di far passare l’idea che nutrizione e idratazione del disabile sono “cure mediche” e che lo Stato può decretare l’interruzione di questo diritto naturale. Non so dire quindi se l’atteggiamento del PD è stato “pilatesco” con il voto di astensione. Vorrei però sapere chi, nel PD, si riconosce nella posizione laica e chi nella posizione laicista. E anche nell’UDC e nel PdL vorrei tanto sapere chi è laico e chi è laicista, perché la questione è trasversale, non è catalogabile nelle categorie sinistra, centro, destra. Beppino Englaro è certamente laicista. Persona degna di ogni affetto finché è solo un padre, portatore di una sofferenza che nessuno vorrebbe vivere. Persona da controbattere nel momento in cui, tramite interviste e conferenze, fa attività politica e cerca di convincere gli italiani che nutrizione e idratazione di Eluana sono “cure mediche”. Non si tratta quindi di stare “con papà Englaro” o “contro papà Englaro”. Si sta con lui come persona sofferente, contro di lui come propagatore di idee erronee. Cordiali saluti Giovanni Lazzaretti
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