76 – Dichiarazione di voto (forse) 24 marzo 2010 – ore 18.10 Grazie, con le difese (1) mi sembra che il quadro sia completo. C’è un errorino da correggere: “La Bonino, che fa il suo tristo mestiere”. Sei pronto per la dichiarazione di voto? Ciao Irma 24 marzo 2010 – ore 21.50 Cara Irma, stavolta è una dichiarazione di voto notturna. La parola “tristo” non mi è stata segnalata dal correttore di Word, perché “tristo” esiste davvero sul vocabolario. Quasi quasi lo lascio così, anche se il significato è diverso. Il voto stavolta non sarà facile. Cercherò di arrivarci con una manovra di avvolgimento progressivo, eliminando via via le cose di contorno, per arrivare alla fine alla questione essenziale. Una premessa: noi (io che scrivo, tu che leggi) facciamo un po’ ridere con tutti questi ragionamenti. Se ci pensi, stiamo scrivendo / leggendo un sacco di pagine per un’elezione regionale senza storia, con Vasco Errani sicuro vincitore. In fondo l’unico dubbio è sapere se, una volta eletto, gli vieteranno il terzo mandato (2). Così una persona sbrigativa potrebbe dire: “State a pensare a come votare in Emilia – Romagna? Ma che votiate PD, PdL, UdC, Grillo o scheda bianca, cosa cambia? Vince Errani e gli altri a casa”. Umanamente avrebbe ragione. Ma noi siamo tuttora seguaci di quel Tale che, da cinque pani e due pesci, sfamava 5000 persone. Non è importante il nostro voto. E’ importante che questo voto venga messo nelle mano di Colui che tutto può. E per metterlo nelle Sue mani, il voto deve essere “fatto bene”. Mi ero dilungato su questo tema nel 2008 (3); riprendo solo un pezzo. “L’etica cristiana ci ricorda che Dio, ferma restando la priorità della persona umana creata a sua immagine e somiglianza, non bada mai al risultato di ciò che facciamo, ma allo sforzo – motivato dall’amore – per raggiungerlo: al come (alla virtù). […] A sua volta, san Josemaría Escrivá amava ricordare una strofa poetica che sanciva come la libertà dell’uomo poggi sull’alternativa tra il semplice fare e il fare bene” Tutto qui. Noi fatichiamo non per un risultato, ma per fare bene ciò che dobbiamo fare. L’atto di voto che faremo domenica, a Dio piacendo, avrà valore in base allo sforzo che ci sarà costato e alle motivazioni che gli stanno dietro. E allora, partenza. Prima di arrivare in Emilia Romagna, vagherò per l’Italia a votare in ogni regione, con qualche regola di semplificazione: - inevitabilmente il tutto ruoterà attorno all’UdC; era il mio voto nel 2008 e, fino al caso Bresso, non avevo da imputare nulla di grave all’UdC in questi due anni (4); - trascurerò tutte le forze che esulano dai tre blocchi PD+IdV, PdL+Lega e UdC; - non mi addentrerò nel dettaglio dei candidati consiglieri (ci vuole troppo tempo), ma guarderò solo i candidati presidenti; - non dimenticherò certo che il PD prevede a livello nazionale alcune violazioni esplicite della legge naturale universale (5); può essere votato solo in condizioni molto particolari. Partiamo dal caso più facile: UMBRIA. Regione blindata, PD e alleati partono da +29%; inoltre nel centro destra, rispetto al 2005, manca l’UdC, così il salto teorico di partenza si porta addirittura a +34% a favore di PD e alleati. L’UdC presenta Paola Binetti, e Paola Binetti ha fatto un atto moralmente ineccepibile uscendo dal PD nel quale aveva creduto di poter agire per il bene. In Umbria voto senza dubbi l’UdC. Altro caso facile: PUGLIA. La sinistra ripresenta Nichi Vendola, promotore dell’ideologia gay (6): cercare di fermarlo è un dovere, per la difesa della legge naturale; l’UdC parte da un 8% e non può certo fermarlo, in più presenta una candidata che con l’UdC ha poco a che fare (Adriana Poli Bortone). In Puglia voto PdL. LAZIO. La presenza della Bonino risolve i problemi: è necessario fermarla, come Nichi Vendola. Voto Polverini per obbligo, e non voto certo PdL visto che il PdL non riesce a esprimere niente di meglio della Polverini. In Lazio voto UdC, con la conseguenza di votare la Polverini in funzione anti-Bonino. MARCHE. Imbarazzante il passaggio dell’UdC all’interno di una maggioranza di sinistra che partiva già da un +19%. Voto PdL. TOSCANA. Vittoria blindata del centro sinistra che parte da un +24%. Posso dare tranquillamente un voto di rappresentanza all’UdC. PIEMONTE. La Bresso è un’altra che va fermata, per le motivazioni che ho ampiamente espresse. Non voto certo UdC, scelgo tra i candidati consiglieri di centro destra un cattolico che mi dia fiducia, e di conseguenza porto il mio voto al candidato presidente leghista Cota. LOMBARDIA. La vittoria di Formigoni è tranquilla; il centro sinistra, rispetto al 2005, ha perso dei pezzi a sinistra. All’opposizione è bene che ci sia anche l’UdC, non il solo PD; voto quindi UdC e Pezzotta, ma solo perché Formigoni è sicuro: se Formigoni fosse in bilico, lo voterei. LIGURIA. Stessa situazione delle Marche, con l’aggravante che in Liguria l’UdC potrebbe essere determinante per la vittoria di Burlando. Burlando è uno di quelli che ha fatto sperimentare la RU486 in regione. Voto PdL. CAMPANIA. Votazione tranquilla e apparentemente inutile: il centro sinistra parte da un +28%. Voto UdC all’interno del centro destra. CALABRIA. Come la Campania, solo che qui il centro sinistra parte da un +19%. Anche qui voto UdC all’interno del centro destra. VENETO. La situazione è simile alla Lombardia (PdL+Lega probabili vincenti, PD+IdV perdenti, UdC da sola), ma i margini sono più risicati rispetto a quelli di cui può godere Formigoni. Scelta difficile. Potrei anche votare il leghista Zaia, ma è il tipico caso nel quale vorrei ascoltarlo in diretta prima di votarlo. Alla fine credo che lo voterei, anche se la scelta non sarebbe così convinta come Cota in Piemonte in funzione anti-Bresso. BASILICATA. E’, in parte, la mia terra d’origine, e non saprei come votare. Vito De Filippo raccoglie attorno a sé un teorico 75% dei voti, e c’è anche l’UdC nel mucchio. Apparentemente è un caso come le Marche (maggioranza ampia di sinistra, nella quale l’UdC porta il suo 7%-8% non determinante per vincere), ma la sensazione “a pelle” mi sembra diversa. Credo che studierei un po’ questo De Filippo prima di votare. Ma alla fine probabilmente voterei PdL. Ti dicevo che un candidato presidente del PD può essere votato solo in casi particolari. Pur col piccolo dubbio della Basilicata (dubbio che nasce dalla mia ignoranza sulla situazione locale), non vedo la possibilità di questo “caso particolare” nelle 13 regioni che vanno al voto. L’unico caso sarebbe quello del Friuli, dove però non si vota: se Tondo si ripresentasse, voterei dall’altra parte in ogni caso, anche se ci fosse da votare un candidato presidente del PD (purché fosse un candidato “ragionevole”, non una Bresso o una Bonino); Tondo, che non ha impedito la morte di Eluana Englaro, è complice di uno dei fatti più gravi della storia della Repubblica Italiana. Sono tornato in Emilia Romagna. Sembrerebbe un caso facile, come l’Umbria o la Toscana. Ma quando si passa dal voto “teorico” (nelle regioni che non sono la mia) al voto reale nell’Emilia Romagna, ecco che torna fuori il quesito già posto (7). “Se ho individuato un buon candidato regionale, ma lo vedo inserito in un partito che ha fatto porcherie sul piano nazionale, è lecito votarlo?” La porcheria di cui parlo sai bene quale è: l’alleanza Casini – Bresso. La metto un attimo da parte. Esamino intanto i candidati votabili, già escluso quindi l’invotabile Errani (8). Giovanni Favia, Movimento 5 stelle – Grillo. Si presenta come l’anti-casta, ma il movimento è poco più che folklore. Denunce anche veritiere, qualche azione anche di successo, una meritoria costanza di impegno, ma non vedo progetti globali. Le denunce sono tutte del tipo economico – ecologico, niente a che vedere con l’essenziale, ossia coi “valori non negoziabili”, patrimonio di tutti gli uomini di buona volontà. Accantono Favia senza problemi. Restano Anna Maria Bernini (PdL) e Gianluca Galletti (UdC), e non c’è partita. Galletti ha esperienza amministrativa locale di buon livello: è stato assessore al bilancio nella giunta Guazzaloca a Bologna, un evento unico in una città da sempre blindata per la sinistra. Non ci sono nemmeno motivazione di “voto utile” a favore della Bernini, perché la regione la vince comunque Errani e tutti gli altri voti sono voti di opposizione. Voterei senz’altro Gianluca Galletti, se Casini non si fosse unito alla Bresso. Ecco perché questa dichiarazione di voto è diversa dalle altre: stavolta mi porto dentro questa incertezza. Hai mai posto dei quesiti a un confessore? A me capita, e trovo confessori di tre tipi. C’è quello che ti liquida dicendo che i tuoi quesiti “sono solo degli scrupoli”. E’ possibile che un quesito sia solo uno scrupolo, ma me lo deve dimostrare con le parole del Magistero, non con una risposta superficiale. C’è poi quello che ha subito la risposta pronta. Non gli viene nemmeno il dubbio che, se pongo un quesito, la “risposta pronta” l’ho già esaminata e scartata per conto mio. Infine c’è quello che ti dà la risposta vera, anche immediata, purché sia un quesito sul quale ha già meditato. E’ una risposta vera perché te la sa ben motivare. Oppure non riesce a darti la risposta e ti augura un buon proseguimento di meditazione. In ogni caso non ha preso sottogamba il tuo quesito. “Se ho individuato un buon candidato regionale, ma lo vedo inserito in un partito che ha fatto porcherie sul piano nazionale, è lecito votarlo?” E’ quasi un quesito da confessionale. Possono le colpe di Casini ricadere su Galletti per il fatto che Galletti aderisce al partito di Casini? Non posso chiederlo a un confessore, bisogna che mi arrangi. Noi cattolici però abbiamo due grandi fortune: - sappiamo che la verità esiste e quindi, mentre noi ci arrabattiamo, il Cielo conosce la risposta vera; - sappiamo che esiste l’Angelo Custode e che esiste lo Spirito Santo, ed entrambi vanno umilmente invocati. Ecco, credo che la dichiarazione di voto stia qui. Stavolta forse stavolta me ne andrò in cabina invocando l’Angelo Custode e chiedendo luce allo Spirito Santo, convinto che in questo modo farò la cosa giusta. Pensieri, ragionamenti, dubbi, per arrivare a scegliere un candidato che sarà perdente. Tempo perso, in apparenza: ma con questi ragionamenti insistiti non correremo mai il rischio di approvare una Bonino, di apprezzare una Bresso o di dire “come sono belli i DICO alla bolognese”. Ciao, e buon voto. Giovanni NOTE 1) Vedere il testo n.75 – La parola alla difesa. 2) C’è una legge che vieta il terzo mandato nelle elezioni di governatori e sindaci fatte direttamente dagli elettori. Errani in Emilia Romagna e Formigoni in Lombardia cadono sotto questo divieto. Ma, poiché la legge è del 2004, i due candidati sostengono che il mandato che era già in corso nel 2004 non può essere messo in conto: si devono conteggiare solo le elezioni avvenute dopo l’entrata in vigore della legge. 3) Vedere il testo n.53 – Vincitori e vinti. 4) All’UdC contesto solo il fatto di aver votato la ratifica del Trattato di Lisbona, ma quel voto fu purtroppo unanime. Vedere nella sezione “lettere ai giornali” la lettera “2008-08-07 La Libertà – ratifica Lisbona”. 5) Vedere i testi n.40, n.41, n.43 6) Non ha nessuna importanza il fatto che Vendola sia persona omosessuale. Ciò che lo rende candidato non votabile è l’ideologia gay che promuove e l’essere co-fondatore dell’Arcigay. 7) Vedere il testo n.73 – Liberi di votare una radicale. 8) Vedere il testo n.72 – Le due verità.
|