Ho riascoltato la registrazione di ieri sera: credo di aver capito l’essenziale sul secondo pilastro. Adesso è bene partire con le singole liste. Oppure hai ancora delle cose di fondo da spiegarci? Ciao Irma San Martino in Rio, 15 febbraio 2013, santi Faustino e Giovita Cara Irma, cose di fondo ce ne sarebbero tante, ma non si può strafare. Credo che l’essenziale sia stato detto. - nel primo testo ho spiegato le cose base sui princìpi non negoziabili - nel secondo testo, oltre ad aver integrato i concetti grazie alla sesta obiezione, ho cercato di far capire la differenza tra “princìpi non negoziabili” e “valori” - in entrambi i testi ho tirato in ballo il secondo pilastro (la proprietà privata), dimenticato dal magistero della Chiesa come pilastro violato: dimenticato non per cattiva volontà, ma perché la rete di chi ha studiato e capito il problema è una rete a maglie larghe, che ancora non sfonda nel popolo e nella Chiesa - nel terzo testo ho ricordato una serie di avvenimenti 2008-2012, e ho estratto alcuni filoni che mi sembrano significativi - nel quarto spero di aver spiegato come è subdolo e grave l’attacco alla proprietà privata, proprietà privata non di tutti, ma di colui che vive del suo lavoro. Per quello che dobbiamo fare, ossia votare bene, credo che i preliminari bastino. A dir la verità c’è un altro preliminare da precisare. Se una lista da una parte ripara uno dei 4 pilastri e dall’altra rovina uno dei 4 pilastri come va giudicata? Prevale il positivo della riparazione o il negativo della distruzione? Prevale il negativo. Infatti i 4 pilastri, pur essendo 4 formano un tutto unico, per le profonde relazioni che li legano. Chi danneggia un pilastro, danneggia anche gli altri pilastri. E poi c’è il fatto che i danneggiamenti riescono sempre e non costano nulla. Le proposte di riparazione sono invece costose e possono anche non riuscire. Quindi nessun dubbio: se una lista intacca uno dei 4 pilastri, è bocciata, indipendentemente dal fatto che sembri riparare un altro pilastro. Il male che propone ci dice con certezza che il bene che propone è un bene falso. Andrò avanti con le liste in ordine sparso. Rivoluzione civile Vedere dei cattolici attratti da “Rivoluzione civile” la dice lunga su come siamo messi a livello dottrinale. E’ la fatale attrazione del “contro tutte le mafie”: pare che ci siano insegnanti di religione che passano tutto il loro tempo a parlare di mafia; come variante parlano del Giorno della Memoria; come variante parlano della legalità. Ora anche a me interessa la legalità, ma mi pongo prima il problema che la legge sia giusta. Con l’aborto, ad esempio, l’illegalità è insita nella legge stessa, perché la legge stessa è illegale di fronte alla “legge naturale universale”. Il ragionamento dei giudici di Norimberga è nato per i nazisti, ma ha valenza universale. Questo sarebbe un argomento importante per l’ora di religione: il problema delle leggi ingiuste. Fine delle divagazioni. Il magistrato Antonio Ingroia guida la lista "Rivoluzione Civile". E’ sostenuta da Italia dei Valori (Antonio Di Pietro), Movimento Arancione (Luigi De Magistris), Verdi (Angelo Bonelli), Rifondazione Comunista (Paolo Ferrero), Partito dei Comunisti Italiani (Oliviero Diliberto), La Rete (Leoluca Orlando): questi i firmatari del programma generico depositato al Ministero degli Interni assieme ai simboli elettorali. Ci sono poi altri gruppi in appoggio che non sto ad elencare. Vista la coalizione, non ci sono dubbi che sia un programma “di sinistra”. Ma a noi destra e sinistra non interessano, interessano i princìpi non negoziabili. Premetto che sulle cause della crisi economica e sulle modalità per uscirne non hanno idee erronee, molte le condivido. Ma quando si arriva al dunque, si rivelano come dei “bancari”. Si limitano a dire che “contro la speculazione la BCE deve operare come prestatore di ultima istanza, comprando titoli di stato sul mercato primario, senza sottoporre gli stati già in difficoltà a condizioni capestro”. Sempre queste partite di giro, che noia. Gli Stati che emettono titoli e la BCE che li compra. E’ molto più di sinistra Giulio Tremonti: “…è arrivato il tempo di mettere lo Stato sopra la finanza e la finanza sotto lo Stato. Il tempo per fissare un limite allo strapotere del capitalismo finanziario. […] Farlo vuol dire che è solo lo Stato che emette la moneta nel nome del popolo”. (Camera dei Deputati n. 5218 – Proposta di legge d’iniziativa del deputato Tremonti “Delega al Governo per la riforma dell’ordinamento bancario mediante la separazione tra credito produttivo e attività finanziaria speculativa”, presentata il 18 maggio 2012). Basta “partite di giro”: lo Stato mendicante, la BCE prestatrice di ultima istanza. Lo Stato emetta il denaro in misura commisurata al PIL generato dal popolo. Le banche facciano le banche, raccolgano i risparmi, realizzino comodi metodi di pagamento, finanzino l’economia. E il popolo controlli sia lo Stato che le banche. Ribadisco però quello che ho detto poco sopra: la loro analisi non è male. Nel secondo capitolo “per una giustizia più equa e una politica antimafia che voglia eliminare la mafia” ci sono cose condivisibili (ad esempio il problema della durata dei processi), cose non condivisibili (depenalizzare le droghe cosiddette leggere con lo scopo di diminuire il numero di carcerati), cose opinabili (Maroni dice di aver combattuto bene la mafia, loro dicono che non l’ha combattuta, non saprei dire chi ha ragione). Il capitolo chiave Poi si arriva al terzo capitolo, pagina 7 e 8. Va riportato tutto. 3. PER LA LAICITA’ E LE LIBERTA’ Vogliamo vivere in uno Stato rispettoso di ogni religione ma laico di fatto e non solo a parole, nel quale tutti abbiano gli stessi diritti e le stesse libertà indipendentemente dal colore della pelle, dal popolo a cui si appartiene, dalle identità di genere e dagli orientamenti sessuali, dalla religione. Vogliamo vivere in un Paese in cui l’autodeterminazione delle donne sulle proprie vite e i propri corpi sia una realtà concreta: un paese in cui società e istituzioni siano permeate dall’intreccio tra uguaglianza e libertà di donne e uomini. La Costituzione dice che l'Italia deve essere un Paese così, libero, laico e che difende i diritti di tutti. Siamo per una cultura che valorizzi le differenze. La realtà è ben diversa. Lo sanno bene gli omosessuali e le omosessuali che vorrebbero sposarsi e non possono, le donne che incontrano mille ostacoli se chiedono di ricorrere alla fecondazione assistita, i figli di immigrati che, pur essendo nati in Italia, cittadini italiani non sono. Per tutti loro, e per molti altri ancora, il nostro non è un Paese laico, non è un Paese libero, non è un Paese che rispetta la sua Costituzione. Berlusconi – Monti: diverso stile, stessa subalternità alle gerarchie vaticane Per tutti costoro, per tutti questi cittadini per un verso o per l'altro di serie B, non c'è stata alcuna differenza nel passaggio dal governo Berlusconi a quello Monti. Entrambi si sono opposti alla legge sulle unioni omosessuali e a quella che voleva permettere di porre fine alla propria vita in caso di malattia non più sopportabile. Entrambi hanno tolto soldi alla scuola pubblica e riempito di finanziamenti quelle private. Nessuno di loro si è preoccupato di garantire ai lavoratori immigrati i diritti che gli spettano. La nostra proposta. La laicità dello Stato, le libertà individuali e collettive non sono discorsi vuoti. Sono fatti da scelte precise e concrete. Sono una via lastricata dalle leggi che noi ci impegniamo ad approvare: quella che regolerà le unioni civili riconoscendo alle coppie omosessuali il diritto al matrimonio e ad avere bambini; quelle che permetterà realmente di ricorrere alla fecondazione medicalmente assistita; quella che darà piena attuazione alla legge sull'interruzione di gravidanza, inclusa la somministrazione della pillola Ru486 e della contraccezione d’emergenza; quelle sul testamento biologico, sulle cure mediche, sul fine vita e sulla piena libertà della ricerca scientifica. Riteniamo necessario un cambiamento complessivo in materia di immigrazione che recida le storture del passato che spesso hanno assunto caratteri xenofobi. Nella società italiana di oggi e in quella che si va costruendo ci sono ormai milioni di uomini, donne e minori migranti che ne costituiscono una parte integrante dal punto di vista economico, sociale e culturale. Si deve intervenire in termini di modalità di ingresso e soggiorno, di mercato del lavoro, di libertà civili e sociali, di rapporti paritari con i paesi di emigrazione. Per rinsaldare legami e reti relazionali e di costruire un nuovo e plurale progetto culturale. In sintesi: 1. Riconoscere le unioni civili delle coppie omosessuali, incluso il diritto al matrimonio e all’adozione; 2. Garantire la piena attuazione della Legge 194. Occorre una nuova legge sulla fecondazione medicalmente assistita; 3. Regolamentare il testamento biologico e il fine vita; 4. Abrogare la legge Bossi-Fini, chiudere i CIE, nuova legislazione in materia di immigrazione, che abolisca il reato di clandestinità. Legge per i diritto d’asilo e cittadinanza ai nati in Italia. In questo capitolo troviamo il campionario delle violazioni dei princìpi non negoziabili. Lascio perdere sulla “piena attuazione della 194”: si vede che 6 milioni di bambini uccisi non gli bastano. Vogliono anche una nuova legge sulla fecondazione assistita, ossia una legge peggiorativa rispetto alla già scassatissima legge 40, occisiva fin dall’inizio e ulteriormente massacrata a colpi di sentenze. La loro nuova legge sarebbe semplicemente la legalizzazione del far west che esisteva prima della legge 40. Vogliono regolamentare il testamento biologico e il fine vita. Capisci cosa intendono? Testamento biologico per chi è sano di mente, legge sul fine vita per chi non fosse in grado di esprimersi: morte di Stato. Unioni civili, matrimoni, adozioni per i gay. Lo dicevamo già nel 2006 che le unioni civili “anche omosessuali” interessano di fatto solo ai gay, come “evento simbolico”; le coppie maschio + femmina non hanno bisogno di PACS DICO DIDORE e simili, perché la nostra legislazione già li sostiene fiscalmente in un modo disgustosamente vantaggioso. Ma per i gay invece l’evento simbolico conta, e non si poteva averne una conferma migliore: questi di “Rivoluzione civile” le unioni civili maschio + femmina nemmeno le citano, saltano subito al sodo, alle nozze gay. Nemmeno citano la parola “omofobia”: sanno bene che, ottenuto il matrimonio, sarà una “omocrazia” quella che si affermerà in Italia. Ora ripetiamo lo schemino, già detto mille volte. 1) Il fatto che due persone vadano a vivere sotto lo stesso tetto è giuridicamente irrilevante. 2) Il fatto che, vivendo sotto lo stesso tetto, abbiano contatti sessuali è giuridicamente irrilevante. 3) Il fatto che privatamente si scambino promesse di amore e fedeltà è giuridicamente irrilevante. Quando emerge invece qualcosa di giuridicamente rilevante? Quando i due sono maschio e femmina e, a un certo punto, diventano padre e madre. La rilevanza giuridica è descritta nell’art.30 della Costituzione: “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. […] La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale […]”. La genitorialità è giuridicamente rilevante, mentre la convivenza è per sua natura giuridicamente irrilevante. E’ invece rilevante, purtroppo, dal punto di vista sociale: la separazione di genitori conviventi è molto più frequente della separazione di genitori sposati. Poiché le separazioni hanno un altissimo costo sociale, lo Stato riceve un grave danno dall’espandersi delle convivenze e deve quindi dotarsi di strumenti per scoraggiarle. Qualunque legge sulle unioni civili è quindi un orpello inutile, perché inventa una rilevanza giuridica a convivenze che, per loro natura, non hanno rilevanza giuridica. L’irrilevanza delle convivenze maschio + femmina si amplifica ovviamente nel caso delle convivenze omosessuali. Cosa può infatti accadere dai contatti sessuali di due maschi o di due femmine? Niente, ovviamente. Bambini non ne nascono di certo. Non esiste un “diritto al matrimonio”. C’è invece un dovere al matrimonio. Quando pensi di accoppiarti per procreare hai il dovere, per la stabilità della società e per la stabilità dei possibili figli, di creare un patto stabile davanti alla comunità tra il maschio e la femmina che intendono accoppiarsi. Se questo non avviene, lo Stato è comunque comprensivo verso il soggetto debole, ossia il figlio di genitori non sposati. Quanto poi al proclamato diritto “ad avere bambini”, posto che due gay non possono concepirli, è allucinante anche solo per il verbo “avere” che viene utilizzato. Il testo contiene anche una grossa bugia. “Entrambi (Berlusconi e Monti) hanno tolto soldi alla scuola pubblica e riempito di finanziamenti quelle private.” Complimenti. In realtà Berlusconi alla nostra scuola paritaria ha tolto 7.000 euro nel 2008-2009, poi nel 2009-2010 e 2010-2011 non è andato al di là delle minacce di taglio. Arriva Monti e ci taglia 11.500 euro. Ci hanno riempito di finanziamenti, non sappiamo proprio dove metterli: ci danno 350 euro a bambino, quando lo stesso bambino allo Stato costerebbe 6.500 euro. Questi di “Rivoluzione civile” non hanno ancora capito che l’unico modo di salvare la scuola di Stato è l’incremento delle scuole private paritarie: ogni bambino che entra nelle scuole paritarie libera risorse per la scuola di Stato. E’ una matematica semplice, ma troppo complessa per delle teste ideologizzate. C’è poi la cittadinanza a chi nasce in Italia, un altro bel capitolo. Non siamo nell’ambito dei princìpi non negoziabili, ma qualcosa si può dire. Un sacerdote ci ha raccontato di recente che in Brasile chiedono l’arrivo di insegnanti europei nei seminari, perché si sente la differenza tra un insegnante che ha 2000 anni di cristianesimo alle spalle e uno che ne ha “solo” 400. Sembra incredibile, ma è così. Gli uomini non nascono come “tabula rasa”, ma sono accompagnati dai secoli di cultura che li precedono (e del resto ricordi anche tu il don del Madagascar che non voleva celebrare i funerali per paura degli spiriti; era cattolico, ma secoli di religioni tradizionali lo condizionavano). Il diritto di cittadinanza legata alla sola nascita è come dire che l’essere italiano è un automatismo. No, i secoli passati ci accompagnano, e bisogna tenerne conto. La legge dell’automatismo serve solo a quelle forze che desiderano fare dell’Italia una landa priva di radici. Allo scopo di costruire un “uomo nuovo”, ovviamente: lo scopo di tutti i totalitarismi. Chiudo. Come diceva Mr. Wu in “Un Maggiolino tutto matto”? «Un uomo saggio disse una volta: "Quando arrivi all'ultima pagina, chiudi il libro!"». Ma per Ingroia il motto non vale. Il libro del suo programma elettorale lo si può chiudere serenamente a pagina 8, tutto il resto non conta. “Rivoluzione civile” non può quindi essere votata. Da un cattolico? Ma no, da chiunque. Dove c’è violazione dei princìpi non negoziabili c’è violazione della natura dell’uomo. Votarli si chiama “peccato”. Veniale o mortale? Beh, il peccato mortale ha tre componenti: - materia grave, e questa è indubbia perché si tratta di violazione di princìpi non negoziabili - deliberato consenso, e questo è certo perché le cabine elettorali sono ancora un luogo dove si agisce senza costrizioni - piena avvertenza: questa è il dono di Dio che ci impedisce di giudicare le azioni altrui; c’è poi l’ulteriore distinzione tra ignoranza colpevole e incolpevole a complicare ancora più il giudizio. Diciamo comunque che i Papi da 35 anni martellano sulla legge naturale universale e sui princìpi non negoziabili. Se un cattolico ancora non se n’è accorto, c’è almeno il sospetto che sia ignoranza colpevole. Pannella Quest’anno Pannella ce lo sbrighiamo in due righe. Non può ovviamente essere votato per tutte le leggi ingiuste che ha contribuito a creare in Italia. Ma stavolta abbiamo accolto con una risata la sua nuova lista “Amnistia Giustizia Libertà”: avendo ascoltato la conferenza di Danilo Quinto, ex tesoriere di Pannella, vediamo la replica del solito Pannella che prende una tematica isolata, su questa fa convergere l’adesione di un po’ di personaggi, e raggiunge così lo scopo di perpetuare se stesso. Una volta è la fame nel mondo, una volta sono le mutilazioni sessuali, una volta è la pena di morte, una volta sono le carceri, una volta è il Tibet, l’importante è avere qualcosa da cavalcare. Le carceri sono un problema? Sì, sono un problema. Non sarà Pannella a risolverlo. I primi due birilli sono caduti. Ore 1.32, a domani A.D.P. Giovanni
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