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48 - Voto inutile (forma dialogata) PDF Stampa E-mail
Scritto da Giovanni   
Mercoledì 02 Aprile 2008 22:08

Chi sarebbero questi tre amici? (1) Delle specie di consulenti?

Ciao

Irma

 

San Martino in Rio, 1-2 aprile 2008

Cara Irma,

ho detto così per dire. Non sono esattamente tre amici. Devi sapere che Salviati, Sagredo e Simplicio, i tre personaggi del “Dialogo dei massimi sistemi” di Galileo Galilei, attualmente risiedono in provincia di Reggio Emilia: si sono ritrovati per caso durante una visita guidata alla Rocca di San Martino in Rio. Alla visita ero presente anch’io e, quando ho sentito che cominciavano a discutere tra loro sul “voto inutile”, ho estratto alla chetichella il registratore digitale (2) e ho registrato il loro colloquio. L’ho poi sbobinato e te lo propongo qui, come utile discussione sul “voto inutile”.

I tre non sono cambiati dal 1632 a oggi: Salviati (=SAL) è colui che studia ed espone nuove idee, spesso di sua produzione; Simplicio (=SIM) rappresenta il pensiero più “ordinario”, legato a ciò che dicono TV e giornali; Sagredo (=SAG) è l’uomo colto che ascolta i contendenti e fa un po’ da anello di congiunzione tra i due.

Una precisazione: sono tre persone ben informate. Avevano già archiviato per “violazione della legge naturale universale” le tre liste Sinistra Arcobaleno, Partito Socialista e Partito Democratico. Discutono essenzialmente sulle tre liste UdC, Ferrara e PdL, dal punto di vista del “voto utile o inutile”.

So però che ad alcune persone i ragionamenti fatti in forma colloquiale risultano insopportabili (3): se tu sei fra queste, molla il testo presente e passa al n.49, che dice le stesse cose in forma sintetica.

E’ possibile che, dopo aver letto la forma sintetica e averne compreso i contenuti, ti venga voglia di ritornare a leggere anche la forma dialogata.

Se è la prima volta che segui un ragionamento scritto in forma di colloquio, ti do qualche “istruzione per l’uso”:

- questo colloquio è ben diverso dalle chiacchiere libere del testo n.45 – Giuliano Ferrara: nel testo n.45 i sei amici erano come radunati attorno al tavolino di un bar, con un caffè davanti; le loro chiacchiere esprimevano cose vere, ma non c’era un “avanzamento” del discorso; qui invece ci sono una serie di passaggi logici;

- non guardare continuamente il nome del personaggio che sta parlando: devi arrivare a capire chi è solo da come suonano le sue parole;

- se senti che il discorso fa un balzo concettuale in avanti, sta parlando certamente Salviati;

- se il discorso ha un momento di opposizione e di “frenata”, sta parlando Simplicio;

- se c’è una domanda nella quale si intuisce che chi la pone sa già la risposta, la domanda l’ha posta Salviati;

- se invece la domanda esprime un vero dubbio, la sta ponendo o Sagredo o Simplicio;

- se c’è una frase di stupore, può essere Simplicio o Sagredo;

- se la frase è di delusione, è quasi certamente Simplicio;

- se c’è una risposta obbligata a una domanda, è probabile che parli Sagredo;

- Simplicio è la mente matematica e statistica;

- se c’è un momento di arrabbiatura, è improbabile che sia Salviati.

Insomma, occorre leggere lasciandosi un po’ “cullare” dal colloquio, fino al punto di arrivare ad “ascoltare” il colloquio, come se tu fossi stata presente.

Inizio a trascrivere le loro parole.

Sagredo: “Caro Salviati, che sorpresa! E’ un secolo che non ci vediamo!”

Salviati: “Quasi 4 secoli, a dir la verità! Come state?”

Sagredo: “Benissimo! E, a completare la sorpresa, vi dirò che anche il signor Simplicio sta visitando questa Rocca.”

Salviati: “Una coincidenza incredibile!”

Simplicio: “Sono qui alle vostre spalle, signor Salviati. Davvero una felice coincidenza! Anche se non ho dimenticato le vostre punzecchiature del tempo che fu…”

Salviati: “Via, signor Simplicio, era un dialogo tra amici. Non siete lieto di avervi partecipato?”

Simplicio: “Devo ammettere che ne ho tratto beneficio.”

Sagredo: “Beh, oggi parliamo del più e del meno oppure parliamo di cose serie?”

Simplicio: “E cioè?”

SAG: Delle elezioni politiche! Avete già deciso per chi votare?

SIM: Non ci sono problemi: il Partito Democratico non può essere votato per violazione della legge naturale universale, per cui voto Popolo della Libertà!

SAG: Signor Simplicio, non vi riconosco più! E’ un’affermazione molto sbrigativa.

SAL: Effettivamente vi ricordavo come persona precisa e puntigliosa, pur nella diversità di idee. Confermate davvero questo vostro ragionamento un po’ spiccio?

SIM: Va bene, vado a precisarlo meglio. Poiché il Partito Democratico propone violazioni della legge naturale universale, non è lecito votare Partito Democratico…

SAG: … e, allo stesso modo, non è lecito votare Sinistra Arcobaleno e Partito Socialista, e alcune liste minori.

SIM: Però,

- poiché siamo in sistema elettorale proporzionale con premio di maggioranza,

- poiché i due partiti che avranno il maggior numero di voti saranno quasi certamente il PD e il PdL,

- avendo già escluso il PD per quanto detto sopra,

- resta un unico voto utile, quello al PdL.

SAL: Perfetto! Adesso vi riconosco come il Simplicio di un tempo! Preciso nei suoi passaggi.

SAG: Tutta qui la discussione? Vi siete già trovati d’accordo, voi due? Nel 1632 discutemmo per alcuni giorni.

SAL: Qui dovremo risolvere tutto in poco tempo. Ma non dovete pensare che la discussione finisca qui.

SIM: Non finisce qui? Non vorrete dimostrarmi che esiste un altro voto utile!

SAL: Cosa tenterò di dimostrare lo vedremo alla fine. Comincio con una domanda: quando è iniziato, nella Repubblica Italiana, il problema del “voto inutile”?

SIM: Nel 1994, con l’avvento del maggioritario.

SAL: Ricordateci allora, con la vostra consueta memoria e precisione, in cosa consisteva il problema del “voto inutile”.

SIM: Intanto bisogna specificare che non c’era un “voto inutile” al 100%, perché, essendoci un 25% di “recupero proporzionale”, anche il voto inutile aveva un minimo di utilità.

SAG: Qui intervengo io e vi esento dal dettagliare oltre: immaginiamo, per comodità, che nel 1994 ci fosse un maggioritario puro, senza recupero proporzionale, un po’ come in Gran Bretagna. Proseguite il vostro discorso con questa ipotesi semplificata.

SIM: In un collegio del nord si presentavano tre candidati (AN e le liste minori andavano per conto loro): un candidato per i Progressisti (PDS + PSI + Verdi + Rifondazione Comunista + La Rete), uno per il Patto per l’Italia (Partito Popolare + Patto Segni), uno per il Polo delle Libertà (Forza Italia + CCD + Unione di centro + Lega).

SAG: Si chiamava “Polo”? Non ricordavo già più. Ci si abitua presto ai nomi nuovi.

SAL: Sì, Polo delle Libertà al nord, mentre si chiamava Polo del Buon Governo al centro e al sud (stessa coalizione, ma senza la Lega e con AN al suo posto).

SIM: Non mi interrompete, così continuo la spiegazione. Posto che in ogni collegio veniva eletto un solo candidato, e posto che le percentuali stimabili per il Patto per l’Italia erano meno della metà rispetto agli altri due raggruppamenti, votare il Patto per l’Italia era come buttare via il voto, perché veniva azzerato. Conveniva invece scegliere quale era il migliore o quale era il meno peggio tra i due candidati dei partiti più grossi.

SAL: Quindi era una questione di probabilità: avete infatti parlato di percentuali “stimabili” per il Patto per l’Italia.

SIM: Certo, si parla di probabilità. Ma poiché in politica (almeno in Italia) gli scostamenti dalle previsioni non possono mai superare alcuni punti di percentuale (4), la vittoria di un candidato del Patto per l’Italia era un evento politicamente impossibile: se fosse avvenuto, avremmo dovuto definirlo un evento prodigioso, non un evento politico.

SAG: Mi sembra che il signor Simplicio abbia parlato bene.

SAL: Ha parlato molto bene, ha anche definito il concetto di “certezza politica” (e quindi di “certezza elettorale”) fissabile su alcuni punti di percentuale. Metto però il primo dubbio: solo il voto del “terzo candidato” era inutile? Nel collegio Carpi + Correggio + San Martino in Rio, dove siamo ora, a chi toccava la vittoria?

SAG: Ai Progressisti, con una “certezza politica” molto ampia: 60% ai Progressisti, 22% al secondo classificato.

SAL: Bene. Quali erano i voti inutili in questo collegio?

SAG: Tutti, diamine!

SIM: Tutti, non faccio fatica ad ammetterlo. Andare a votare col maggioritario in un cosiddetto “collegio sicuro” era una cosa disgustosa.

SAL: Strana cosa, eh? Una votazione in cui tutti i voti erano inutili (5). Una votazione “inutile”, essendo il vincitore già certo. Chissà perché noi italiani scegliemmo il sistema maggioritario, non c’è niente di più obbrobrioso.

SIM: Io però votai contro l’introduzione del sistema maggioritario!

SAG: E io pure! Col maggioritario non solo perdemmo il voto di preferenza sui candidati, ma perdemmo anche il valore stesso del voto, il peso del singolo voto.

SAL: C’era qualcuno in particolare che teorizzava l’esistenza di un “voto inutile”?

SAG: Giuliano Ferrara. Lo ricordo bene sulle reti Mediaset, quasi tutte le sere: “Votate a destra, votate a sinistra, NON votate al centro”.

SAL: Nel 2008 gli tocca fare il discorso opposto, ma questo non ci interessa. Perché, dopo il 1994, sparì il concetto di “voto inutile”?

SIM: Perché rimasero solo due coalizioni, Polo e Ulivo, e le altre liste erano solo minuscole liste di rappresentanza senza speranze e senza visibilità.

SAG: E anche nel 2006, con un sistema proporzionale con premio di maggioranza, c’erano solo due coalizioni e anche le briciole di voto erano utili. Anzi, erano più che utili, tanto che la vittoria dell’Unione avvenne solo con lo 0,13% di vantaggio.

SAL: Passiamo adesso alle elezioni 2008. Ma prima volevo segnalarvi che vi siete dimenticati un altro caso di “voto inutile”.

SIM: Dimenticati?

SAG: Perbacco! La cosiddetta “legge truffa” del 1953!

SAL: Bravissimo, signor Sagredo. E quell’anno è molto importante, perché anche allora c’era appunto un proporzionale con premio di maggioranza, un po’ come oggi.

SIM: Beh, non era esattamente come oggi. Nel 1953 scattava il premio di maggioranza solo se una coalizione aveva il 50% dei voti + 1. In quel caso la coalizione riceveva i 2/3 (due terzi) dei parlamentari, per consentirle di governare con tranquillità.

SAL: Sì, concordo che il metodo era diverso da oggi, ma c’era un ragionamento in campagna elettorale che suonava quasi identico a oggi. Chi lo ricorda?

SAG: Lo ricordo io. “Attenzione! Se date il voto ai monarchici e ai missini (6), invece di darlo alla Democrazia Cristiana, di fatto aiutate i comunisti, perché la coalizione tra comunisti e socialisti potrebbe vincere anche per un solo voto, e così avrebbe i 2/3 dei parlamentari e tra questi parlamentari i comunisti sarebbero la maggioranza assoluta”

SIM: E’ il ragionamento, giustissimo, che fa oggi Berlusconi: chi vota per i partiti minori, aiuta di fatto Veltroni.

SAL: Soprassediamo sul fatto che il ragionamento di Berlusconi sia “giustissimo”. Nel 1953 era comunque un ragionamento scassato anche dal punto di vista matematico. Chi difese il voto per i monarchici nel 1953?

SAG: Giovannino Guareschi sul suo giornale “Candido”. Lo ricordo bene. E riuscì anche nel suo intento: i voti ai monarchici fecero sì che non scattò il premio di maggioranza per la DC e per i partiti apparentati, per soli 67.000 voti. Giovannino Guareschi vinse le elezioni nel 1948 e le vinse, a modo suo, anche nel 1953.

SIM: Come democristiano però la faccenda mi bruciò molto.

SAL: Ero democristiano anch’io e bruciò molto anche a me. Ma ero anche un “guareschiano”, se così si può dire, e dovetti prendere in considerazione il suo ragionamento.

SAG: E quale era esattamente? Ricordo la battaglia di Guareschi, ma non ricordo il suo concetto di fondo.

SAL: Me lo sono appuntato. Memorizzatelo bene. Un brano da incorniciare.

“…nei riguardi dell’Italia il pericolo comunista deve chiamarsi con maggiore esattezza: ‘Pericolo che i comunisti conquistino legalmente il potere’ (7). Questo pericolo, grave, c’era nel 1948. Oggi non c’è più: per la semplice ragione che se si fosse pensato che i comunisti possono arrivare a ottenere la metà dei voti validi più uno, Scelba (8) e il Governo DC mai avrebbero varato la legge elettorale che dà, col premio dell’apparentamento, la maggioranza assoluta a chi realizza appunto la metà dei voti validi più uno.”

SIM: Capisco, ma… non capisco bene. Volete commentare questa frase?

SAL: In pratica Guareschi dice che se uno fa una certa azione, e questa azione appare folle, ma si è certi che colui che la fa non è un folle, è probabile che in realtà l’azione abbia un significato e un fine diverso.

SAG: Ancora più complicato.

SAL: Ve la traduco per l’anno 2008: se Berlusconi scarica l’UDC, non significa che, dopo questa azione, c’è un pericolo Veltroni: significa semplicemente che Berlusconi ha la certezza della vittoria anche senza l’UDC, altrimenti, visto che non è folle, non avrebbe mai fatto la follia di scaricare l’UDC e di regalare la vittoria a Veltroni.

SAG: E quindi lo scaricamento dell’UDC…

SAL: …ha semplicemente il significato di far sparire l’UDC.

SAG: Come nel 1953, adesso ricordo bene. Guareschi affermava che la cosiddetta “legge truffa” non era una questione tra DC e comunisti, ma serviva solo per eliminare i monarchici.

SIM: Ma come potete dire che Berlusconi è certo della vittoria? I sondaggi danno il PD in rimonta, il pericolo c’è.

SAL: Dei sondaggi parleremo dopo. E’ tempo di prendere carta e penna, e conto sempre sulla vostra memoria statistica, signor Simplicio, oltre che sulle vostre capacità matematiche.

SIM: Procediamo pure e che la memoria mi aiuti!

SAL: Prendete le percentuali dei voti nel 2006 alla Camera. Era un voto proporzionale, ogni elettore votò il simbolo che gli piaceva, ed è quindi una base di partenza attendibile. Risommate quelle percentuali secondo le coalizioni attuali.

SIM: Vediamo un po’. PdL (che ha assorbito Forza Italia + AN + Nuova DC + Mussolini) + Lega fanno il 42,06%; PD (che ha assorbito DS + Margherita) + entrata dei radicali (considero per loro la metà della Rosa nel Pugno 2006) + Di Pietro fanno il 34,87%; Arcobaleno 10,22%; UDC 6,76%; Socialisti 1,60%; Destra 0,60%; PLI 0,03%. Ci sono poi i dispersi vari che assommano al 3,86% (il grosso è costituito dall’UDEUR e dai Pensionati).

SAG: Caspita! Addirittura una memoria a due decimali!

SAL: Quindi il PdL parte con un vantaggio iniziale del 7,19%. Segnalatemi degli avvenimenti politici (non dei sondaggi!) che possono avere alterato queste percentuali. Siate spicci e schematici.

SAG: Pessimo governo Prodi e legislatura finita in due anni: vantaggio (+) per il PdL, svantaggio (-) per il PD.

SIM: Da Alleanza Nazionale si stacca la Destra: svantaggio (-) per il PdL

SAG: Fuoriusciti a sinistra dal PD (Mussi, ecc.): svantaggio (-) per il PD…

SAG: …e aggiungo i fuoriusciti cattolici dal PD per entrata dei radicali: svantaggio (-) per il PD

SIM: Trasferimento da Arcobaleno a PD degli antiberlusconiani: vantaggio (+) per il PD

SAG: Trasferimento da UDC a PdL (Giovanardi, ecc.): vantaggio (+) per il PdL

SAL: Chiudo io. “Distribuzione” di UDEUR e Pensionati tra destra e sinistra: vantaggio (+) per entrambi. C’è poi l’incognita Ferrara che pescherà in molte parti, anche se non sappiamo quanto pescherà. Svantaggio (-) per entrambi. Con l’elenco di questi avvenimenti una stima (attenzione: non un sondaggio!) è questo: Pdl + Lega: 44%; PD + Di Pietro: 34%; Arcobaleno 8%; UDC 6%; Ferrara e altre liste 4%; Socialisti 2%; Destra 2%.

SIM: 10% di vantaggio? Ma è impossibile!

SAL: Impossibile? E quali altri avvenimenti vedete che possano alterare queste percentuali? Ma neanche se l’intero Arcobaleno si sciogliesse nel PD riuscirebbe a portare il PD a livello di Berlusconi.

SIM: I sondaggi parlano diversamente. I sondaggi evidenziano un pericolo. E del resto non hanno detto tutti che nel 2006 Berlusconi recuperò moltissimi punti percentuali rispetto ai sondaggi che davano l’Unione nettamente in vantaggio?

SAL: Risolviamo il problema dei sondaggi. Interrogo voi, signor Sagredo. Voi e io partiamo per una località. Io vi chiedo alla partenza: “Quanti km. pensate che dovremo percorrere?”. Voi mi dite: “500 circa”. Scelgo la strada migliore e all’arrivo dico: “Ho scelto una buona strada, ne abbiamo percorsi solo 450; sono stato bravo, ho recuperato 50 km. rispetto alla vostra previsione”. E’ un buon ragionamento?

SAG: No di certo: state confrontando una cosa vaga, con una cosa solida e certa.

SAL: E l’altra frase che sentirete durante le trasmissioni post-elettorali “Il tal partito nella prima proiezione recupera il 3% rispetto agli exit-poll” come la giudicate?

SAG: Una cretinata. Quando poi ci sono i politici che fanno commenti sui risultati degli exit-poll e delle proiezioni mi viene il voltastomaco.

SAL: Non siete l’unico. Meno male che nel 2006 a un certo punto dovettero zittirsi e attendere pazientemente il conteggio dei voti e la “contemplazione della realtà”. Speriamo che nel 2008 siano più cauti. Signor Simplicio, di nuovo a voi. Ditemi le percentuali di variazioni del centro destra 2006 rispetto alle precedenti elezioni del 2001 (scheda proporzionale). Limitatevi ai partiti maggiori, basta un solo decimale.

SIM: Forza Italia nel 2006 perde il 5,7% rispetto al 2001; guadagnano invece UDC (+3,6%) Lega (+0,7%) AN (+0,3%).

SAL: Sommate queste differenze!

SIM: Danno una perdita complessiva dell’1,1%. Non è possibile.

SAG: Anch’io non me l’aspettavo. Ricordavo una vittoria molto ampia del centro destra nel 2001, poi un tracollo nei sondaggi 2006, e infine una lenta ripresa fino all’imprevisto del “quasi pareggio”.

SAL: E’ esattamente così, ma tutto ciò si traduce nella solita faccenda: scostamenti minimi, qualche punto di percentuale. Che poi questi punti percentuali abbiano fatto perdere il governo al centro destra, questo è un altro fatto. Mentre Forza Italia perdeva a valanga il voto “economico”, l’UDC tamponava la falla riguadagnando sul voto “etico”, e la coalizione perse per soli 27.000 voti.

SAG: E i sondaggi allora?

SAL: I sondaggi fotografavano il solito, complesso mondo degli indecisi, che poi, quando decidono, stanno più o meno dove erano la volta prima. Ci sono certamente degli spostamenti, ma sono spostamenti che con “certezza politica” stanno nell’ambito dei pochi punti di percentuale. La vittoria PdL alla Camera nel 2008 è quindi certa, è nell’ambito della perfetta “certezza politica”: dopo un governo come quello di Prodi è impossibile perdere il 10% di vantaggio in una campagna elettorale.

SIM: E se invece perdesse?

SAL: Date voi la definizione di un leader che riesce a perdere, essendo stato all’opposizione, un vantaggio matematico (non di sondaggi!) del 10%.

SAG: Senza voler offendere nessuno, io lo valuterei come Napoleone in Russia: uno che ha sbagliato completamente i suoi calcoli. Un capo che ha fatto il suo tempo.

SAL: Ma Berlusconi non è un incapace, come non lo era Scelba nel 1953! Lui, come Scelba nel 1953, ha la certezza assoluta che la vittoria non andrà alla sinistra. A questo punto è cosa certa che PdL + Lega sono la coalizione vincente e, anche se hanno solo il 44% dei voti, prendono il 55% dei seggi. Le altre liste si dividono il rimanente. Domanda: il rimanente è meglio che vada a PD e Arcobaleno, oppure a UDC e Ferrara?

SAG: E’ meglio che vada a UDC e Ferrara, perché loro rispettano ciò che resta della legge naturale universale, mentre PD e Arcobaleno vogliono violarla.

SAL: Ecco che di colpo il “voto inutile” si rivela, alla Camera, l’unico voto utile.

SAG: Mi avete sorpreso. Credevo voleste dimostrare che anche il voto a UDC e Ferrara è utile, mentre avete dimostrato che è l’unico utile.

SIM: Ci rifletterò sopra. Ma al Senato? Resta sempre il problema del possibile pareggio al Senato!

SAL: Sì, ma noi votiamo in Emilia Romagna, al Senato si vota su base regionale, e nella nostra regione gli spostamenti sono quasi impossibili. Fate il calcolo dei voti 2006 al Senato, ricomposti secondo le coalizioni attuali; arrotondate pure le cifre al 10.000.

SIM: 1.200.000 voti per il PD + Di Pietro, 940.000 PdL + Lega, 350.000 Arcobaleno, 160.000 UdC, 80.000 dispersi vari di destra e di sinistra.

SAL: Converrete con me che è impossibile prendere il premio di maggioranza in Emilia Romagna per il PdL. La vittoria del centro destra in Emilia Romagna fa parte di quelli che voi avete chiamato “eventi prodigiosi”, non “eventi politici”. Quindi il PD ottiene certamente i 12 seggi fissi del premio di maggioranza, PdL + Lega fanno 7 seggi (6 + 1 conquistato coi resti); Arcobaleno 2 seggi (spreca i resti); UDC zero seggi (non arriva all’8%).

SAG: PdL + Lega non potrebbero però almeno ambire ad avere 8 seggi invece di 7?

SAL: Fateci i conti.

SAG: Con 100.000 voti in più… non ce la fa. Con 200.000 voti in più… non ce la fa. Con 300.000…

SAL: Alt! Vi fermo subito. Con 300.000 voti in più il PdL vince la regione. Evento prodigioso, irrealizzabile.

SAG: Incredibile! Tutto bloccato.

SAL: Dove c’è qualche metodologia maggioritaria, nelle elezioni accadono sempre delle stranezze. L’unico movimento di voti che ha dei numeri possibili per modificare una situazione di seggi è questo: voti Arcobaleno che vanno al PD in funzione antiberlusconiana, voti dei cattolici PD che vanno all’UDC in funzione antiradicale, un po’ di astenuti e schede bianche che passano all’UDC, UDC che passa l’8% e toglie un seggio all’Arcobaleno.

SAG: Effettivamente guardo e riguardo e non vedo altre possibilità.

SAL: In un mondo pazzo può anche accadere che una valanga di voti Arcobaleno vadano a Berlusconi…

SAG: Mi va bene come scherzo, ma non lo ritengo “politicamente probabile”.

SAL: Ecco che, anche al Senato Emilia – Romagna, l’unico voto che ha la speranza di essere utile, rispetto ai numeri 2006, è quello all’UDC, visto che Ferrara al Senato non c’è.

SIM: Ma Berlusconi potrebbe perdere voti verso la sinistra…

SAG: Signor Simplicio! Perdere voti verso la sinistra dopo una legislatura di soli due anni in cui la sinistra ha fatto schifo? Peggio di Napoleone in Russia allora! Se aveva timori di questo genere, Berlusconi doveva allora tenere l’UDC col suo simbolo, Ferrara col suo simbolo, AN col suo simbolo, prendere il simbolo del Partito dei Pensionati e di tutti quanti. Fare come nel 2006, insomma.

SIM: Insisto coi miei timori. Berlusconi potrebbe allora perdere voti verso l’UDC e perdere un seggio.

SAG: Questa è la più buffa. Il PdL ha scaricato l’UDC e gli elettori del PdL, invece di stare tranquilli al loro posto, vanno a votare UDC al Senato, facendo così calare i resti del PdL e regalando così un seggio non all’UDC, ma all’Arcobaleno. Ma chi può fare un ragionamento così idiota?

SAL: Nessuno, signor Sagredo, nessuno può fare un ragionamento così contorto, sempre che le persone ancora ragionino. La realtà non è contorta, è molto semplice e accessibile a tutti:

- i voti PdL + Lega stanno al loro posto,

- tendenzialmente ne attraggono altri perché sono un grosso partito e perché Prodi ha governato male (9),

- i voti che attraggono non sono sufficienti a prendere il seggio n.8 perché già il n.7 è stato conquistato per un soffio, con i resti;

- l’unica battaglia, probabilmente persa ma tecnicamente possibile, è quella di un seggio conteso tra UDC e Arcobaleno;

- ma l’UDC deve raggiungere l’8%, pescando dal non voto e dal PD (se per caso li pescasse dal PdL, allora davvero Berlusconi è come Napoleone in Russia).

SIM: Basta, mi arrendo. Non so più cos’è il voto inutile. Ho mal di testa. Il voto del 2008 è un voto proporzionale, ognuno voti come vuole, purché la legge naturale non venga violata. E al diavolo il premio di maggioranza. Cambio slogan:

Il PD, poiché vuole violare la legge naturale universale, non deve vincere. Ogni voto sottratto al PD è un voto utile.

Va bene così?

SAL: Se la legge naturale universale potesse parlare, non vi chiederebbe altro.

SAG: Parla, in realtà, nel cuore di tutti.

SAL: Speriamo. E preghiamo che sia davvero così.

 

 

Fine. Ti preparo anche la sintesi, se la forma dialogata non la sopporti.

Ciao

Giovanni

 

NOTE

(1) Vedere il finale del testo n.47

(2) L’Irma lo sa bene: giro spesso con una “sportina” che contiene un po’ di tutto, dall’articolo di giornale, al blocchetto di ricevute, al registratore digitale.

(3) A me piacciono molto: Galileo, Einstein, Solov’ev hanno scritto splendidi brani in forma di dialogo.

(4) Effettivamente gli scostamenti più clamorosi della cosiddetta prima Repubblica furono un calo del 6% per la Democrazia Cristiana e la sparizione dello PSIUP che aveva oltre 4% di percentuale (venne ribattezzato Partito Scomparso In Un Pomeriggio). In crescita la più clamorosa fu la percentuale della Lega nel 1992 rispetto al 1987 (quasi 8%), ma eravamo già nel contesto di “morte della prima repubblica”.

(5) Voti inutili ad eccezione della parte proporzionale, pari al 25%, che è stata accantonata in questa discussione.

(6) Monarchici, ossia il PNM, Partito Nazionale Monarchico, e missini, ossia MSI, Movimento Sociale Italiano, erano due partiti collocati a destra della coalizione Democristiani + Liberali + Socialdemocratici + Repubblicani.

(7) Nel 1953 un pericolo comunista legato a un’invasione dell’Italia da parte dell’URSS veniva ormai ritenuta impossibile, visto che l’Italia era sotto l’ombrello degli USA.

(8) Scelba, ministro dell’Interno del tempo.

(9) Per i consuntivi del governo Prodi e della legislatura vedi i testi n.33 e n.34

 
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