Siamo al PdL e devo chiederti un favore: non analizzare il programma in dettaglio. Ho bisogno di recepire l’essenziale. Grazie, scusami. Irma San Martino in Rio, 31 marzo 2008 Cara Irma, non preoccuparti. Ho qui davanti il testo completo del programma del Popolo della Libertà, ma non mi metto certo ad analizzartelo in dettaglio. Coglierò, spero, l’essenziale. Ti ho passato il programma intero di Ferrara, perché era brevissimo ed era una novità assoluta. Ho fatto un po’ di analisi del programma UDC solo a mo’ di esempio (anche perché era un testo corto), ma ti dico in tutta franchezza che anche del programma UDC le uniche cose veramente importanti sono le affermazioni antropologiche: - “giovane coppia che voglia sposarsi e formare una famiglia” - “scuola paritaria” - “rispetto della vita dal concepimento alla morte naturale” - “rispetto della famiglia, intesa come società naturale fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna” - fisco mirato alla famiglia Il resto sono buone intenzioni, di cui è pieno ogni programma. Sarebbe bello che ogni forza politica dividesse il programma in due parti: - un “cappello” antropologico in cui la forza politica spiega cosa pensa della famiglia, dell’embrione, del malato incurabile, della scienza, dell’educazione, della sessualità, della bioetica, di tutto ciò che ritiene importante segnalarci; - una parte operativa, che spiegherà come le grandi idee antropologiche (belle o orrende che siano) verranno messe in pratica. I partiti purtroppo non fanno così e ci tocca quindi vagliare in scienza e coscienza le loro parole dette e non dette (1), le loro idee, le loro intenzioni, i comportamenti del passato. Ecco, con il PdL partiamo da alcuni avvenimenti del passato: - 15 aprile 1996: Berlusconi inserisce i radicali nella coalizione di centro destra (Lista Pannella – Sgarbi); alle elezioni successive CCD-CDU chiedono a Berlusconi di non ripetere l’errore; - fine 2001: il governo (ministro del bilancio Tremonti) annuncia un taglio ai fondi per le scuole paritarie; l’idea rientra per l’opposizione CCD-CDU; - fine 2002: si ripete il tentativo, nuovamente fermato dal CCD-CDU; - maggio 2004: Forza Italia candida Cecchi Paone alle elezioni europee, sostenitore dei diritti gay - legislatura 2001-2006: il Ministero delle Pari Opportunità (ministro Prestigiacomo) lavora con consulenti vicini ad Arcigay – Arcilesbica – Agedo; - giugno 2005: Fini, che prima era per l’astensione, va a votare alcuni SI al referendum sulla legge 40; - maggio 2006: Rotondi (nuova DC) non vuole la linea dura sui PACS e si dichiara disponibile a rivedere i diritti civili sulle convivenze; - 11 maggio 2006: Taradash si esprime pro matrimonio omosessuale; - dicembre 2006: Berlusconi annuncia "libertà di coscienza" per i suoi parlamentari sui PACS/DICO; la sua posizione viene contestata il 2 febbraio 2007 da Marcello Pera. Aggiungo che Forza Italia ha al suo interno una componente radicale; c’è inoltre l’associazione GayLib che diffonde l’ideologia gay e il cui presidente Oliari milita in AN. Queste situazioni e questi avvenimenti (di ognuno ho la documentazione, se vuoi avere più dettagli) li avevo anche inviati come lettera pubblicata da Avvenire: mi sembrava utile ricordare che la storia di Forza Italia e AN (ora confluiti nel PdL) non è uguale alla storia dell’UDC; se si fossero alleati, era corretto apparentarsi mantenendo le differenze di simbolo e le diverse identità, e indicando quali sono i paletti irrinunciabili. Un esempio che faccio sempre: se il centro destra dovesse vincere le elezioni, è paletto irrinunciabile che il Ministero dei Diritti e delle Pari Opportunità torni ad essere il Ministero delle Pari Opportunità tra maschi e femmine, e non tiri in ballo l’inesistente parità di “genere”. Veniamo all’essenziale. L’impostazione antropologica del programma del PdL non è molto diversa dal programma dell’UDC (ovviamente non faccio confronti con la lista Ferrara che è impostata in modo completamente diverso). - Nel programma del PdL appare la frase “Per noi la famiglia è la comunità naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna”. La definizione data nel programma dell’UDC è più precisa, ma niente di decisivo. - Manca nel programma PdL l’affermazione: “rispetto della vita dal concepimento alla morte naturale”. C’è però la frase “esclusione di ogni ipotesi di leggi che permettano o comunque favoriscano pratiche mediche assimilabili all’eutanasia”. - Il programma PdL non propone leggi che violano la legge naturale (niente leggi contro l’inesistente “omofobia”, niente PACS o simili, nessuna citazione della RU486). - Cita, ahimè, le nostre scuole come “scuole private” (la nostra scuola di San Martino in Rio è “scuola paritaria” dal febbraio 2001). Propongono, come l’UDC, di sostenere le famiglie perché possano scegliere la scuola che preferiscono; ripeto ciò che ho già detto parlando dell’UDC: dal mio punto di vista preferisco nettamente che lo Stato eroghi alle scuole paritarie una quota fissa, legata in percentuale a quanto è il costo annuo per alunno nelle scuole di Stato. - Propone la “individuazione delle risorse finanziarie necessarie a garantire credibili alternative all’aborto per la gestante in difficoltà”: anche nel programma del PdL ci sono quindi proposte di sostegno economico alle madri, ma non c’è nessuna forma abrogatoria parziale della legge 194. - Propone la “graduale e progressiva introduzione del ‘quoziente familiare’ che tiene conto della composizione del nucleo familiare”: quindi anche nel programma PdL ci sono proposte per un fisco a misura di famiglia. - C’è anche la “reintroduzione del ‘bonus bebé’ per sostenere la natalità”: meglio la proposta UDC del 60% dello stipendio per chi sta a casa col bambino nel primo anno di vita, ma, anche in questo caso, non è una differenza significativa dal punto di vista della legge naturale. Interessante la frase che ho trovato sul sito di Azione Sociale, come introduzione al programma elettorale: “Più snello di quello del Partito Democratico, elaborato in maniera completamente diversa. Dodici pagine in totale, divise in sette mission, che a loro volta contengono capitoli. E' il programma elettorale messo a punto dal Popolo della Libertà. La caratteristica è quella di essere snello e concreto, ogni tema è frutto di un calcolo di fattibilità, per non dare l'impressione di vendere magìe ma cose realizzabili. Si tratta di uno studio frutto del lavoro iniziato molto prima della crisi del governo Prodi. Oltre all'ex ministro di Forza Italia Giulio Tremonti, c'è stato il contributo degli esponenti di Alleanza Nazionale, della Lega Nord e di Azione Sociale con Franco Cardiello.” Se questa frase corrisponde al vero, lo scaricamento dell’UDC non è stata una decisione dell’ultimo momento, ma era partita “molto prima”. Si vede bene comunque la mano di Tremonti nel programma: se ci fosse stata anche l’UDC nella preparazione, le nostre scuole sarebbero state certamente chiamate “scuole paritarie” e non “scuole private”. In un programma elettorale così vasto ci sono anche alcune sciocchezze (ma, ripeto fino alla noia, non sono cose che riguardano la legge naturale universale); so che ti interessano poco, per cui ne racconto solo una: “eliminazione di adempimenti burocratici e fiscali superflui e costosi” significa quasi certamente che Tremonti abolirà gli elenchi clienti/fornitori telematici; è una procedura costosa, certamente, ma ormai tutte le aziende hanno già speso per dotarsi di quella procedura. Due righe sopra c’era questa frase: “versamento IVA dovuto solo dopo il reale incasso della fattura” e questo, se da un lato fa risparmiare un po’ di giorni di valuta alle ditte (a scapito dello Stato, naturalmente, non delle banche, che non vengono toccate), obbliga però tutte le ditte a modificare di nuovo i loro programmi per i computer, con relative spese. (2) In sintesi direi che è un programma ragionevole sul quale però occorre tenere gli occhi aperti. Perché hanno proposto quella strana “esclusione” solo per l’eutanasia? Gli altri programmi non mettono “esclusioni”: si dà sempre per scontato che ciò che non è previsto è automaticamente escluso dal programma. Se però un programma esclude esplicitamente una cosa brutta (l’eutanasia in questo caso) deve esplicitamente escludere anche tutte le altre questioni etiche in sospeso (omofobia, guasti sulla legge 40, coppie di fatto, tanto per fare degli esempi). Queste questioni etiche dovremo ritenerle “escluse” o invece sono “non escluse”? Chissà, lo vedremo: bisogna tenere gli occhi aperti. C’è stato però un brutto segnale: Ciarrapico. Non per la persona di Ciarrapico, di cui non mi importa nulla (sono un democristiano non pentito, non mi fa certo problema Ciarrapico), ma perché per prendere Ciarrapico hanno silurato la senatrice Maria Burani Procaccini, responsabile nazionale per la famiglia e i minori di Forza Italia. E adesso i giornali di Ciarrapico, invece di fare la campagna contro il PD, fanno campagna contro la Procaccini definita “la più grande talebana che si sia vista in 60 anni di democrazia”: così afferma la stessa Procaccini in una lettera pubblicata da Avvenire. Ricopio la parte finale della stessa lettera: “il PdL è ancora convinto della bellissima battaglia condotta in difesa della vita con la legge 40? Oppure, così come hanno messo in lista il dr. Ciarrapico al posto della responsabile nazionale per la famiglia e i minori di Forza Italia, hanno anche abbandonato i valori di riferimento, e i piccoli giornali ciarrapicani preferiscono davvero ‘l’uomo di scienza’ Severino Antinori che impazza con i suoi articoli anti Burani Procaccini, anti legge 40, ‘iniqua, ignominiosa, ecc.’ ?” I dubbi della Burani Procaccini sono i miei stessi dubbi, e la Procaccini ne ha già pagato le conseguenze, esclusa dalle liste elettorali. Spero di aver dosato bene le parole: ho dei dubbi, legati agli episodi passati di Forza Italia + AN, legati a quella strana unica “esclusione”, legati al siluramento della Burani Procaccini. Ma i dubbi non sono certezze e il programma oggettivamente ha una buona antropologia. Volendo usare un’immagine, credo che la PdL sia un’automobile alla quale si sono allentati i freni. Il freno sicuro era l’UDC col suo simbolo e con la sua identità. Un’auto coi freni allentati è possibile che proceda senza problemi, ma potrebbe anche avere dei momenti di emergenza con relative sbandate. Detto tutto questo, sei autorizzata a votare anche PdL e, col PdL, anche la Lega: non ci sono controindicazioni di morale naturale. Sempre in attesa di arrivare a discutere sul “voto inutile”. Sulla Lega sai che ho poche conoscenze. Comunque il programma è il medesimo, anche se la Lega avrà il suo “surplus” di federalismo, e la Lega ha meno problemi dal punto di vista degli episodi del passato: - ricordo le cerimonie “neopagane” di Bossi alle fonti del Po; - ricordo alcuni attacchi del passato alla Chiesa Cattolica, e qualche contatto con gruppi anticattolici; - ricordo l’episodio della maglietta di Calderoli con le vignette anti-islamiche in TV e la conseguente lettera del mio amico don Giuliano dall’India: “… ogni giorno passo davanti alla moschea, sanno che sono un prete e sanno che sono italiano; se dovesse capitarmi qualcosa, non chiamatemi martire della fede, ma martire della stupidità altrui”. Della Lega non mi piace lo stile, ho con la Lega un problema “estetico” come scrissi nel 2006, ma oggettivamente sono più pesanti gli episodi che ho elencato su Forza Italia + AN, rispetto a quelli relativi alla Lega. Scusami se la stanchezza mi fa fermare qui. So che né tu, né le tue amiche, siete tentate dal voto alla Destra. Per di più ho letto di una polemica tra la Santanchè e la Mussolini su questioni della “donna orizzontale” che mi fanno dire che l’estetica della Destra mi piace meno ancora di quella della Lega. Può darsi che, dopo una buona dormita, mi venga voglia di esaminare anche il programma della Destra. Per ora chiudo. Coraggio, resisti: manca poco alla fine. Ciao Giovanni NOTE (1) Ad esempio, quando il PD parla di “testamento biologico”, la frase in sè non vuol dire nulla. Ma poiché sappiamo che il testamento biologico lo “gestisce” Ignazio Marino, possiamo capire benissimo dove si va a parare: basta leggere qualche suo articolo e confrontarlo, ad esempio, con un articolo di Avvenire di Francesco D’Agostino sullo stesso tema. (2) Se uno voleva far risparmiare un po’ di giorni di valuta alle ditte, coinvolgendo per una volta le banche in progetto “sociale”, si poteva obbligare le banche a regalare 30 giorni di valuta alle ditte per tutte le operazioni di versamento dalle ditte a Stato, Regioni, Comuni, INPS, eccetera (accredito allo Stato con valuta 30 marzo, addebito alla ditta con valuta 30 aprile, per fare un esempio): in questo modo nessuno avrebbe dovuto fare variazioni nel software. Ti sembra una cosa strana obbligare le banche a regalare qualcosa? Ma dobbiamo tenere presente che le banche sono enti intermediari obbligatori: sono aziende private che traggono profitti anche da operazioni che per legge non si possono fare in altro modo che attraverso le banche. Chi riceve un profitto per legge, può anche essere obbligato per legge a devolvere parte di quel profitto. Piccole cose, naturalmente, piccole azioni di sostegno sociale, visto che le banche erano nate inizialmente anche con scopi sociali.
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