Non è ora di cominciare a parlare dei programmi e delle coalizioni?
Mi sembra che il tempo sia così breve!
Ciao
Irma
San Martino in Rio, 15 marzo 2008, pomeriggio
Cara Irma,
qualche mese fa sono andato ad ascoltare una conferenza sulla Cresima: sembrava che il relatore non venisse mai al dunque. In realtà, quando è arrivato al dunque, procedeva spedito perché ogni passaggio era già stato preparato dalla lunga premessa. Spero che sia così anche con la legge naturale universale: assimilata questa, sarà più facile valutare partiti e programmi. Comunque è l’ultima lettera preparatoria, da domani si passa all’attualità.
Provo a creare un “paesaggio” (1) cattolico, poi farò un cenno finale sullo stesso paesaggio visto da un ateo.
Immagina un’immensa pianura, con una sola alta montagna: è la montagna della perfezione. “Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.”
Alcune persone, all’interno del mondo cattolico, ritengono che la montagna della perfezione sia l’unica realtà: “Gesù ci ha dato un comandamento nuovo: amore! Non pensiamo ai precetti, pensiamo alla perfezione!”. In realtà Gesù con una serie di “Ma io vi dico…” ci ha dato anche una serie di precetti fortissimi: cammino di perfezione e ferrei precetti, insieme.
Immagina allora un’immensa pianura, l’alta montagna della perfezione, e, attorno alla montagna, una cinta di mura. Se sei all’interno della cinta di mura, puoi provare a scalare la montagna della perfezione. Fuori dalla cinta di mura non c’è perfezione. Sulla montagna si sale faticosamente, dalla montagna si può anche cadere rovinosamente.
Il muro divide le anime in Grazia di Dio dalle anime fuori della Grazia di Dio. Nelle mura c’è un’unica porta d’accesso, Gesù Cristo: si può entrare all’interno delle mura in ogni momento; si può, ahimè, anche uscirne.
Custode delle mura è la Chiesa Cattolica e, in ultima istanza, il Papa.
Nasce però la necessità di organizzare uno Stato, per la serena convivenza di cattolici, non cattolici, atei, peccatori e santi. E nasce una prima domanda: è possibile creare uno Stato teocratico cattolico? E’ possibile cioè creare uno Stato in cui il muro tra legalità e illegalità coincida col muro della Grazia di Dio?
No, non è possibile. E non per la frase famosa: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”, ma per un altro passaggio: “chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.”
Gesù ha definito un peccato col quale l’uomo si mette fuori della Grazia di Dio, ma questo peccato nessuno Stato è in grado di sanzionarlo come “illegale”. I peccati sono in pensieri, parole, opere e omissioni. Lo Stato può sanzionare molte opere, diverse parole, qualche omissione, nessun pensiero.
Lo Stato teocratico cattolico non può esistere (2). (E quindi sgombriamo dalla nostra mente lo slogan ricorrente “il Papa vuole che l’Italia diventi uno Stato teocratico”)
Gli uomini di buona volontà che vogliono formare uno Stato devono quindi costruire una nuova cinta di mura, quella che divide il legale dall’illegale: questa cinta di mura è necessariamente più ampia della precedente.
“Santo Padre, ma dove lo costruiamo questo nuovo muro? C’è un luogo fisso?”
“No. Il muro della Grazia di Dio è in un luogo fisso; qui invece spetta a voi laici trovare il luogo giusto. E’ anche possibile che, con l’evolversi dei tempi, dobbiate stringere o allargare la cinta di mura”
“Allargarla fin dove vogliamo?”
“No. A un certo punto il terreno diventa melmoso: lì non potrete costruire mura, non reggerebbero”.
“Santità, ma una regola ci deve essere!”
“C’è, ed è brevissima: ciò che è male, non dichiaratelo un bene”.
Davvero breve la regola che definisce poteri e limiti dello Stato laico: in quella regola c’è scritto tutto. Lo Stato può crearsi in innumerevoli forme diverse, ma ha comunque dei limiti.
L’adulterio è male. Tu, Stato, puoi scegliere di perseguire l’adulterio fisico come reato. Puoi anche scegliere di tollerare l’adulterio. Ma non puoi dire (con la legge sul divorzio che consente un successivo matrimonio) che l’adulterio è un bene da tutelare. O meglio, puoi dirlo, ma hai scelto di costruire le tue mura nel terreno che non regge.
Puoi perseguire l’aborto. Puoi anche depenalizzarlo, fino a sanzionarlo solo in forma simbolica. Puoi anche tollerarlo, quando sarà tutto fatto tramite pillole che nemmeno puoi vedere. Ma non puoi creare una legge che lo tutela. Puoi crearla, ma le mura sulla terra instabile non reggeranno.
Di fatto all’interno dello Stato ci sono quelli che fanno propaganda e dicono: “Allarghiamo le mura fin dove vogliamo, ampliamo i diritti, non c’è nessun terreno melmoso!”. Sanno parlare bene, sanno giocare sulla manipolazione del linguaggio, e convincono i cittadini.
Il muro viene costruito sul terreno instabile col consenso dei cittadini, il muro qua e là crolla, il confine tra legale e illegale diventa vago, sfumato, lasciato alla discrezionalità dei giudici. (Che farsa, ad esempio, la demonizzazione dell’aborto clandestino: lentamente, col “miglioramento” delle pillole, tutti gli aborti torneranno a essere clandestini.)
La propaganda intanto provvede a chiudere gli occhi ai cittadini: “Il muro non è crollato, il muro sta benissimo. Se la società non va bene, è perché bisogna creare nuove leggi. Allarghiamo il muro, includiamo altri diritti, e tutto andrà per il meglio”.
La Chiesa Cattolica ammonisce, ma è come parlare al vento.
“Se la società va male, è colpa del dogmatismo cattolico”. Brutto segno quando comincia a circolare questa voce. Ecco che lentamente il muro tra ciò che è legale e ciò che è illegale viene costruito in modo da tagliare fuori le persone che compiono il bene. Già adesso succede.
Se un padre tentasse di impedire che suo figlio venga abortito (azione morale perché è la difesa del figlio innocente) probabilmente finirebbe in galera.
Se un maestro di scuola elementare spiegasse ai suoi bambini che il divorzio è un male, verrebbe come minimo ammonito.
E si potrebbe continuare.
Due sono i muri: uno è fisso, fermo e immutabile, ed è il muro della Grazia di Dio. L’altro è mobile, mutevole coi tempi, mutevole con le libere e laiche scelte degli uomini, ma mai deve essere costruito sul terreno melmoso.
Un ateo vedrebbe lo stesso paesaggio? Beh, un ateo ignora l’esistenza del monte della perfezione. Però un ateo sa che non è bello che qualcuno entri in casa sua a sgozzare il suo bambino. Sa anche che ogni tanto lo alletta desiderare la donna d’altri, ma lo alletta meno il sapere che il suo vicino di casa desidera portargli via la moglie. L’ateo non lo chiamerà muro della Grazia di Dio, ma sa che c’è un muro che divide buoni e cattivi. Non sa che la porta è Gesù Cristo, unico salvatore del mondo, e che Gesù Cristo è morto anche per lui; ma forse conosce la cosiddetta "regola d'oro": "Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro".
Ma l’ateo cosa ne pensa del secondo muro? Crederà, come dice la Chiesa Cattolica, che c’è una regola: “ciò che è male, non dichiaratelo un bene”? O crederà invece che il muro tra legale e illegale può essere costruito ovunque, a discrezione della maggioranza che gestisce lo Stato?
Abbiamo una fortuna, dopo la seconda guerra mondiale: anche l’ateo sa che una maggioranza parlamentare non può decretare lo sterminio degli ebrei. Ancora sa che la pedofilia non può essere legalizzata. Sa quindi la cosa base: lo Stato, nel legiferare, ha dei limiti invalicabili. Se userà bene la ragione, scoprirà tanti altri “non può”. L’insieme di questi “no” (ognuno dei quali è un “sì” alla legge naturale universale) gli impediranno di costruire il muro dello Stato in zona melmosa.
Con diversa (3) fatica, arriverà a riconoscere in pienezza la legge naturale universale: giunto in questo luogo d’incontro, si troverà in compagnia degli uomini di buona volontà, credenti e non credenti, e con l’uso della ragione discuteranno su dove costruire il muro; forse decideranno a maggioranza e non all’unanimità, ma avranno una convinzione in comune: ovunque, ma comunque fuori dalla melma.
Ecco il nostro compito per i prossimi giorni: capire chi vuole costruire le mura sulla melma.
Buona Domenica.
Giovanni
NOTE
(1) Parlerò di pianure, montagne, muri: luoghi fisici, ma li devi immaginare come luoghi spirituali. L’uomo in cammino di perfezione e l’uomo in cammino di dissoluzione vivono fianco a fianco, ma i loro cuori vivono in luoghi diversi.
(2) Lo Stato della Chiesa, prima, e lo Stato della Città del Vaticano, ora, non sono stati teocratici, sono stati “ierocratici” (governo dei preti). Anche lo Stato della Chiesa, come qualunque Stato, non è in grado di dichiarare illegali i pensieri adulteri. Per costruire uno Stato teocratico, è necessario che la tua religione non preveda peccati, o preveda solo peccati visibili.
(3) Non mi sento di dire “con fatica maggiore”: ci sono atei che hanno la legge naturale nel sangue, viceversa ci sono cattolici che alla legge naturale non arrivano mai, o che la snobbano. Fatica diversa, perché basata su una ragione “solitaria”, senza l’aiuto di una comunità e del Papa.
|