n.14 – 23 marzo 2006 Il Forum delle Associazioni Familiari aveva proposto un volantino anti PACS, unito a una raccolta di firme. Il testo mi sembrava insoddisfacente, mentre mi sembrava valido un testo alternativo. Allego i due testi e le spiegazioni date a un amico. Dubbi di metodo su un volantino anti PACS Caro D., parlando con A. e l’E. mi hanno detto che ti sei meravigliato che il […] si fosse opposto al volantino del Forum in cui si richiamava esplicitamente l’Unione. Ti avranno illustrato le loro motivazioni […], e io vorrei aggiungere le mie personali. 1) Il volantino proposto dal Forum aveva la struttura “referendaria”, se così si può dire. Richiamo al Cardinale Ruini, individuazione del nemico, scelta inevitabile da fare. 2) Questa struttura ha funzionato benissimo nel referendum. Poiché Ruini aveva indicato al popolo cattolico (e a tutti gli uomini di buona volontà) la scelta da fare e le motivazioni della scelta, i volantini di Scienza e Vita non facevano altro che esplicitare il pensiero della Chiesa e potevano quindi essere diffusi anche nelle chiese, con una forma volutamente e obbligatoriamente perentoria. 3) Con le elezioni la formula suddetta non vale più, per tre motivi principali: Ruini è stato chiarissimo nelle indicazioni, ma non ha pronunciato esplicitamente il nome del nemico; inoltre nelle elezioni politiche i PACS non sono l’unico tema all’ordine del giorno; infine nelle elezioni non dobbiamo indurre all’astensione, ma dobbiamo conquistare voti che stanno dall’altra parte. 4) Proviamo a immaginare una persona onesta che vota Margherita e che si trova davanti il volantino del Forum. La persona è onesta e quindi riconosce: “Sì, se penso ai PACS ho veramente degli alleati orrendi”. Ma subito dopo aggiungerà: “Però sulle questioni economiche preferisco Prodi, per cui pari e patta”. 5) Da questo momento l’elettore della Margherita che ha pensato “pari e patta” chiuderà le orecchie nei confronti del Forum, perché lo catalogherà come “schierato”. E penserà una frase di questo genere: “Possibile che il Forum non capisca che oltre ai PACS ci sono i problemi economici delle famiglie?”. 6) L’elettore della Margherita ha completamente torto col suo ragionamento. Ma il volantino ha già fallito il suo compito e ha perso la partita. Il volantino non riesce a replicare che le questioni economiche contano ZERO rispetto alla legge naturale. Questo è un discorso più lungo e articolato che si può fare a voce (o in un testo come l’allegata “Dichiarazione di voto”). 7) Per questo il M. ha proposto l’altro testo che secondo me godeva di innumerevoli vantaggi pratici (pratici allo scopo di conquistare voti). 8) Intanto era un volantino e non una raccolta di firme; sinceramente non capivo l’utilità di raccogliere firme. Da mandare a chi? La forza del Forum è insita nell’insieme delle associazioni che vi aderiscono. Raccogliendo firme sembrava quasi che si dicesse “come Forum siamo deboli, però abbiamo le firme in appoggio”. La forza del Forum risiede nell’insieme indiviso delle associazioni che lo compongono. 9) Il volantino del M. era un testo “universale” mentre l’altro era “contingente”. Il testo del M. può essere utilizzato identico anche alle elezioni del 2011 o di chissà quando, qualunque siano gli schieramenti in campo e i programmi di governo. 10) Sul testo del M. il Forum poteva non solo chiedere, ma pretendere la firma delle associazioni aderenti. Ogni associazione aderente al Forum ha il dovere di rifiutare i PACS e, davanti al testo del M. aveva l’obbligo di sottoscriverlo; altrimenti era come dichiarare che la sua adesione al Forum era “finta”. 11) Il volantino del M. si poteva anche distribuire all’uscita delle chiese o nelle chiese. Se qualche cattolico si arrabbiava, dichiarava esplicitamente di volere i PACS e se ne assumeva la responsabilità. 12) Il volantino del M. riprendeva anche, con una sintesi abbastanza incisiva, i punti chiave dell’articolo di D’Agostino. Non basta dire “no ai PACS”, non basta illustrare le motivazioni cattoliche: bisogna anche spiegare lo sporco trucco che c’è sotto. 13) In sintesi: volantino che esplicitasse il pensiero di Ruini senza nulla aggiungere, in modo da avere il libero accesso presso i parroci e nelle chiese; volantino che spiegasse il trucco gay che c’è dietro; volantino che obbligasse le associazioni a firmarlo. Unità obbligatoria, ma l’unità va favorita con le tecniche giuste. Il mio fondatore usava ripeterci: "Stiamo uniti... se il nemico ci trova divisi, ci vincerà uno alla volta". E' quello che sento di raccomandare anche a te. Non stiamo lottando solo con una ideologia umana... Non possiamo procedere come guerrieri solitari. (dalla lettera di un sacerdote) Noi dobbiamo stare svegli. Non dobbiamo pensare che il nemico sia sempre esposto e ben riconoscibile come è in questo momento. Io, ad esempio, sono pronto anche a un quadro del genere: centro – destra che vince, centro – sinistra che in parlamento propone i PACS, fetta del centro – destra che li appoggia e li fa passare. Non è un quadro assurdo: una fetta di radicali è rimasta nel centro – destra, Fini ha già fatto il suo “numero” per il referendum del giugno scorso. Del resto con divorzio e aborto non ci fregarono così? Fetta di maggioranza che si unisce all’opposizione e approva le violazioni alla legge naturale. Per questo il testo doveva essere “universale” e doveva tenere tutte le associazioni obbligatoriamente unite, anche “obtorto collo”, in modo da sperare che restino unite anche in parlamento a parare i colpi dei radicali. E che Dio, per l’intercessione di San Benedetto Giuseppe Labre, ce la mandi buona. PERCHE’ NON POSSIAMO TACERE (volantino proposto dal Forum) Il Forum delle Associazioni Familiari, nel presentare in occasione delle elezioni politiche del 2006 il manifesto “Famiglia sei priorità”, ribadisce che “i temi che riguardano la famiglia impongono chiarezza di scelte”, in quanto “ogni attacco contro la famiglia, diretto o indiretto, è in realtà un attacco alle basi che sorreggono la nostra convivenza sociale, e in definitiva un suicidio culturale”. Ci sono pertanto dei contenuti “irrinunciabili” che ogni cittadino deve avere presenti nell’esprimere il proprio giudizio attraverso il voto in occasione delle elezioni politiche. Tra questi il presidente della Cei, Cardinale Camillo Ruini, (Consiglio permanente Cei, 23 gennaio 2006) ha giustamente richiamato il primato e la centralità della persona umana, da articolare nel concreto dei rapporti sociali. Alla luce di questo principio, il Cardinale Ruini si è mostrato in particolare preoccupato per la tendenza, presente anche in Italia, ad introdurre normative che, mentre non rispondono ad effettive esigenze sociali, comprometterebbero gravemente il valore e le funzioni della famiglia legittima fondata sul matrimonio. Su questo tema il presidente della Cei ha chiesto “un supplemento di attenzione” nelle scelte degli elettori. E’ quanto anche noi abbiamo cercato di fare come cattolici impegnati a testimoniare la fede nella società civile e a renderla concreta e incontrabile attraverso le opere della carità. Con rammarico e con preoccupazione abbiamo dovuto constatare che il programma di uno dei due schieramenti che si confrontano per il Governo del Paese contiene, tra i suoi punti qualificanti, un impegno assolutamente non condivisibile, in quanto gravemente in contrasto con il valore e le funzioni della famiglia legittima fondata sul matrimonio. Si tratta della volontà, espressa a pagina 72 del programma dell’Unione (cfr. la fotocopia allegata), di introdurre nel nostro Paese “il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto”. A questo scopo si prevede di definire “natura e qualità di un’unione di fatto”, senza che sia dirimente il genere dei conviventi né il loro orientamento sessuale. Pur nella voluta genericità e ambiguità del testo, che non esclude anche le più inquietanti soluzioni, emerge con chiarezza la volontà di dare riconoscimento giuridico, definendone natura e qualità, a un istituto pseudo matrimoniale (unioni civili), proposto come modello di convivenza, in quanto dotato di diritti, prerogative e facoltà, ma senza doveri e senza i vincoli derivanti dal matrimonio. Questa scelta: 1) Non risponde a reali esigenze sociali (i fondamentali diritti, prerogative e facoltà per le persone che convivono in unioni di fatto possono essere attivati volontariamente usando le attuali norme del diritto privato). 2) Finisce per compromettere il valore della famiglia legittima, primo fondamento della società e ambito essenziale per l’educazione dei figli. Con questa prima forma di riconoscimento giuridico delle “unioni civili”, anche omosessuali e transessuali, si apre infatti la porta alla futura equiparazione del matrimonio con la pura convivenza e con il “matrimonio” omosessuale. Il Forum delle Associazioni Familiari di Reggio Emilia, istituzionalmente impegnato nella promozione e nella salvaguardia dei valori e dei diritti della famiglia come “società naturale fondata sul matrimonio”, non può accettare questa prospettiva e invita ogni cittadino impegnato nella ricerca del bene comune: - a opporsi all’introduzione di questa forma di riconoscimento delle unioni di fatto, che svuoterebbe di significato la tutela che alla famiglia legittima è garantita dalla Costituzione italiana - a sottoscrivere questo appello per manifestare il proprio dissenso - a chiedere l’eliminazione di proposte di questo tipo da un qualsiasi programma di governo che pretenda di ricevere il suo consenso. FORUM PROVINCIALE DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI DI REGGIO EMILIA (elenco delle associazioni aderenti) VEDERE PAGINA 72 DEL PROGRAMMA DELL’UNIONE PER IL CENTRO SINISTRA. Forum Provinciale delle Associazioni Familiari di Reggio Emilia PACS: i diritti senza i doveri (volantino proposto da C. M.) Il Forum delle Associazioni Familiari, nel presentare in occasione delle elezioni politiche del 2006 il manifesto “Famiglia sei priorità”, ribadisce che “i temi che riguardano la famiglia impongono chiarezza di scelte”, in quanto “ogni attacco contro la famiglia, diretto o indiretto, è in realtà un attacco alle basi che sorreggono la nostra convivenza sociale, e in definitiva un suicidio culturale”. Il bene della società si regge su alcuni contenuti irrinunciabili che ogni cittadino deve avere presenti per poter esprimere “in scienza e coscienza” il proprio voto. Il presidente della CEI, Cardinale Camillo Ruini, si è mostrato in particolare preoccupato per la tendenza a introdurre normative che comprometterebbero gravemente il valore e le funzioni della famiglia legittima fondata sul matrimonio, senza rispondere peraltro a effettive esigenze sociali. Tali normative si riassumono nell’ormai nota denominazione di PACS o “regolamentazione delle unioni di fatto”. Su questo tema il Cardinale ha chiesto “un supplemento di attenzione” nelle scelte degli elettori. Come cattolici condividiamo la sua preoccupazione, certi che ogni persona di buona volontà comprenderà le nostre motivazioni, che non riguardano la fede, ma la sola ragione. Primo caso: uomo e donna che NON VOGLIONO sposarsi. - L’introduzione dei PACS concederebbe i diritti matrimoniali a persone che hanno scelto di non assumersi i doveri del matrimonio. Concedere diritti a persone che rifiutano i corrispondenti doveri è una situazione inaccettabile in qualunque società che si dica civile. - Tutti i diritti che si vogliono includere nei PACS sono già da ora attivabili dalle coppie tramite il diritto volontario (testamento per la trasmissione del patrimonio, locazione della casa in comune, ecc.). Secondo caso: uomo e donna che NON POSSONO sposarsi per impedimenti. - Per queste persone i PACS sono inutili: gli impedimenti oggettivi (esempi: partner in attesa di divorzio, minore età di uno dei partner, ecc.) impediscono sia il matrimonio sia il PACS. Terzo caso: uomo e donna che VORREBBERO sposarsi, ma NON POSSONO per difficoltà varie. - Normalmente si tratta di difficoltà economiche. In questo modo lo Stato, invece di venire incontro ai bisogni sociali di queste coppie secondo il dettato della Costituzione, offrirebbe loro solo un “piccolo matrimonio” che nulla risolve dal punto di vista economico, ma che semplicemente trascina all’infinito la precarietà del rapporto. Quarto caso: coppia omosessuale. - Per queste coppie il PACS costituirebbe un “riconoscimento simbolico” del loro rapporto. Ma il diritto non esiste per fornire riconoscimenti simbolici, bensì per dare risposte pubbliche ad esigenze sociali. - Il PACS diventerebbe l’anticamera del “matrimonio omosessuale”, a sua volta anticamera dell’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali: pratica aberrante, perché i bambini hanno il diritto naturale di avere un padre maschio e una madre femmina. Il Forum delle Associazioni Familiari di Reggio Emilia, istituzionalmente impegnato nella promozione e nella salvaguardia dei valori e dei diritti della famiglia come “società naturale fondata sul matrimonio”, per le motivazioni sopra elencate rifiuta la prospettiva dei PACS e invita ogni cittadino impegnato nella ricerca del bene comune: - a opporsi all’introduzione di questa forma di riconoscimento delle unioni di fatto, che svuoterebbe di significato la tutela che alla famiglia legittima è garantita dalla Costituzione Italiana; - a chiedere l’eliminazione di proposte di questo tipo da un qualsiasi programma di governo che pretenda di ricevere il suo consenso. FORUM PROVINCIALE DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI DI REGGIO EMILIA (elenco delle associazioni aderenti)
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